Insulti sessisti all’arbitra durante una partita di basket: madre di un giocatore aggredisce verbalmente

episodio di intolleranza e sessismo durante una partita di basket a Motta di Livenza colpisce una giovane arbitra, suscitando reazioni e richieste di cambiamento culturale.
"Insulti sessisti all'arbitra di basket: madre di un giocatore aggredisce verbalmente durante la partita." "Insulti sessisti all'arbitra di basket: madre di un giocatore aggredisce verbalmente durante la partita."
insulti sessisti all'arbitra durante una partita di basket, con una madre di un giocatore che aggredisce verbalmente, evidenziando la necessità di combattere la misoginia nello sport

Intolleranza e sessismo nel basket a Motta di Livenza

Il 10 marzo 2025, una partita di basket a Motta di Livenza, in provincia di Treviso, ha preso una piega inaspettata, trasformandosi in un episodio di intolleranza e sessismo. Durante l’incontro, una giovane arbitra è stata oggetto di insulti pesanti, tra cui frasi come “Cosa ci fai qui l’8 marzo? Vai a fare la prostituta, vai a casa”, pronunciate dalla madre di un giocatore. Questo attacco verbale ha profondamente colpito la giovane ufficiale di gara, che, visibilmente scossa, è scoppiata in lacrime al centro del campo, costringendo gli organizzatori a sospendere la partita per oltre venti minuti.

Una data simbolica

La partita si svolgeva in una data di grande significato, l’8 marzo, giornata internazionale dedicata alla celebrazione dei diritti delle donne e alla lotta contro la violenza di genere. Nonostante l’episodio deplorevole, la giovane arbitra ha scelto di tornare in campo e proseguire il suo lavoro, guadagnandosi il sostegno e la solidarietà di tecnici e giocatori.

La reazione del presidente della Regione Veneto

Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha espresso il suo sconcerto riguardo all’accaduto. “Se un giovane arbitro donna viene fatta segno di insulti sessisti da parte di un’altra donna, significa che dobbiamo prendere atto con sconcerto che ci sono situazioni nelle quali non esiste più nemmeno la vergogna”, ha dichiarato Zaia. Ha inoltre manifestato il suo sostegno alla giovane arbitra, esortando chi ha proferito tali offese a vergognarsi e auspicando che venga adottato un provvedimento di Daspo nei suoi confronti.

Un problema radicato

Zaia ha sottolineato che episodi come questo rivelano quanto sia ancora radicata l’aggressività e la violenza, sia verbale che fisica, nella vita quotidiana. “Il peggio del peggio è accaduto a Motta, dove insulti sessisti sono stati rivolti a una donna da un’altra donna”, ha aggiunto. Rivolgendosi direttamente alla giovane arbitra, ha esclamato: “Forza, hai dimostrato carattere e resilienza. Continua a coltivare la tua passione con orgoglio e con l’augurio di vederti fischiare su campi di categorie superiori”.

Un appello al cambiamento culturale

Questo episodio mette in evidenza la necessità di un cambiamento culturale profondo e urgente, affinché il rispetto e la dignità di ogni individuo, indipendentemente dal genere, possano finalmente prevalere anche nel mondo dello sport.

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