Iran, Cina e Russia uniti contro Trump: dialogo nucleare e stop alle sanzioni

incontro tra cina, iran e russia a pechino per chiedere fine delle sanzioni e avviare un dialogo diplomatico in un clima di tensione internazionale
"Iran, Cina e Russia collaborano per un dialogo nucleare e la fine delle sanzioni contro Trump." "Iran, Cina e Russia collaborano per un dialogo nucleare e la fine delle sanzioni contro Trump."
Iran, Cina e Russia si alleano nel 2025 per un dialogo nucleare e la revoca delle sanzioni contro Trump

Incontro cruciale a Pechino

Nel 2025, Pechino ha ospitato un incontro decisivo tra Cina, Iran e Russia, durante il quale i rappresentanti dei tre Paesi hanno lanciato un appello unanime per porre fine alle sanzioni e alle pressioni internazionali, aprendo la strada a un dialogo costruttivo. I colloqui, presieduti dal vice ministro degli Esteri cinese, Ma Zhaoxu, hanno visto la partecipazione dei suoi omologhi di Mosca e Teheran, Sergei Ryabkov e Kazem Gharibabadi. Questo incontro si è svolto in un clima di crescente tensione, in risposta alle recenti dichiarazioni del presidente statunitense Donald Trump, che ha delineato due sole opzioni per affrontare la questione iraniana: un nuovo accordo o l’uso della forza militare.

Richiesta di dialogo e impegno per la diplomazia

Il comunicato congiunto rilasciato al termine dei colloqui ha messo in evidenza l’importanza di affrontare le cause profonde delle attuali tensioni, sottolineando la necessità di abbandonare le “sanzioni unilaterali illegali”. Le tre nazioni hanno riaffermato il loro impegno nei confronti del Trattato di non proliferazione nucleare, evidenziando la volontà di collaborare per evitare escalation e creare un ambiente favorevole alla diplomazia.

La Cina, in particolare, sta cercando di affermarsi come un attore globale di primo piano, in contrapposizione agli Stati Uniti, un obiettivo che appare sempre più raggiungibile, soprattutto alla luce della politica “America First” di Trump. L’analista Tong Zhao del Carnegie Endowment for International Peace ha osservato che Pechino è motivata a intensificare il proprio coinvolgimento nel dossier nucleare iraniano per proteggere i propri interessi e ampliare la propria influenza nella regione, in particolare per quanto riguarda le risorse energetiche.

La posizione dell’Iran e le dinamiche regionali

Nel frattempo, l’Iran ha continuato a sostenere la natura pacifica del proprio programma nucleare, accelerando il processo di arricchimento dell’uranio. Questo ha innescato un’intensa attività diplomatica, anche da parte dell’Europa, per cercare di salvaguardare l’accordo nucleare. La cooperazione tra Iran e Russia si è intensificata, con l’uso di droni iraniani a supporto delle forze russe nel conflitto in Ucraina, complicando ulteriormente la situazione geopolitica.

La lettera di Trump a Khamenei

In questo contesto, si inserisce la lettera inviata da Trump alla Guida Suprema dell’Iran, Ali Khamenei. Nella missiva, il presidente statunitense ha espresso la speranza che Teheran sia disposta a negoziare, sottolineando che un accordo sarebbe vantaggioso per l’Iran. Tuttavia, ha avvertito che, in caso contrario, gli Stati Uniti sarebbero costretti a prendere misure drastiche per impedire che l’Iran sviluppi un’arma nucleare.

Khamenei ha risposto alle affermazioni di Trump, denunciando il “bullismo” degli Stati Uniti e definendo i colloqui di Pechino come un’opportunità simbolica per rafforzare l’alleanza con Cina e Russia. Secondo Sanam Vakil, esperta di Chatham House, l’Iran sta cercando di dimostrare la propria coesione con questi due Paesi, mentre continua a cercare un maggiore “engagement” internazionale.

Il Jcpoa e le sue conseguenze

Il ritiro degli Stati Uniti dall’accordo nucleare iraniano, noto come Jcpoa, avvenuto nel 2018, ha segnato un punto di svolta significativo nelle relazioni internazionali riguardanti l’Iran. Da quel momento, Teheran ha iniziato a disattendere gli impegni assunti, accelerando le proprie attività nucleari. Il Jcpoa, firmato da Iran, Cina, Francia, Germania, Regno Unito, Russia, Unione Europea e Stati Uniti, è sempre stato sostenuto da Pechino, che ha criticato il ritiro americano e le sanzioni imposte.

Oggi, la situazione è complessa e incerta. Il meccanismo di “snapback”, previsto dal Jcpoa e che consente il ripristino delle sanzioni ONU, è un tema di discussione tra le potenze coinvolte. Il vice ambasciatore britannico all’ONU, James Kariuki, ha affermato che il Regno Unito adotterà tutte le misure diplomatiche necessarie per impedire che l’Iran ottenga l’arma nucleare, incluso il ricorso allo snapback se necessario.

Da Pechino, il messaggio di Cina, Iran e Russia è chiaro: ogni dialogo deve fondarsi sul rispetto reciproco. In un contesto di divisioni interne in Iran e di pressioni esterne, la Repubblica Islamica è determinata a non essere messa in una posizione di svantaggio.

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