Italia 3a in Ue per valore aggiunto agroalimentare: 64 mld nel 2022

Nel decennio 2012-2022, l’industria alimentare italiana ha mostrato una buona crescita reale, posizionandosi al terzo posto nella graduatoria dei paesi UE. L’Italia copre circa il 12% del valore aggiunto totale, dopo Germania e Francia. Secondo il Rapporto Ismea, il nostro Paese è leader nell’industria pastaria e ha un ruolo di rilievo nel vino, nei prodotti da forno e biscotti, negli ortofrutticoli trasformati, nell’industria del caffè, del tè e delle tisane, e nell’industria molitoria e del riso.

Nel 2022, il valore aggiunto della filiera agroalimentare italiana è arrivato a 64 miliardi di euro, di cui 37,4 miliardi generati dal settore agricolo e 26,7 miliardi dall’industria alimentare. Questo rappresenta il 3,7% del valore aggiunto dell’economia italiana. Considerando anche la distribuzione, la ristorazione e i servizi necessari per far arrivare i prodotti dal campo alla tavola, il peso dell’agroalimentare sul PIL supera il 15,2%.

Tuttavia, sul versante della produzione agricola, l’Italia è retrocessa in terza posizione, dopo Francia e Germania, principalmente a causa degli eventi climatici. Il 2022 è stato l’anno più caldo e meno piovoso, e il 2023 si sta rivelando ancora peggiore. L’Italia ha anche perso il primato del valore aggiunto a favore della Francia nel 2021.

Nonostante ciò, l’Italia mantiene una forte presenza nella produzione agricola dell’UE, in particolare nel settore del vino, dell’olio d’oliva e della frutta. Inoltre, il Paese si conferma leader in Europa per la diversificazione e la multifunzionalità del settore agricolo.

Tuttavia, l’agricoltura italiana affronta anche alcune debolezze strutturali, come la scarsa presenza di giovani imprenditori e il basso livello di formazione di chi guida le aziende agricole. Persiste anche la frammentazione del tessuto produttivo e l’accesso alla terra rimane un punto dolente, a causa della scarsa disponibilità di terreni.

Il Rapporto Ismea sottolinea quindi la necessità di affrontare queste sfide per garantire una crescita sostenibile del settore agroalimentare italiano.