In Italia, la mobilità elettrica segna un momento di stallo, con un solo veicolo immatricolato su venti che risulta essere completamente elettrico. Questo dato allarmante è emerso dall’analisi di Francesco Naso, segretario generale di Motus-E, un’associazione che rappresenta gli operatori del settore automotive e le istituzioni accademiche impegnate nella promozione della mobilità sostenibile. La situazione italiana sembra contrastare nettamente con i trend evidenti in altre parti del mondo e necessita di un’attenta riflessione da parte degli attori del settore.
Confronto internazionale sulla mobilità elettrica
Naso ha ben delineato un quadro globale che mette in luce l’inefficienza del mercato italiano rispetto a quello internazionale. In Cina, ad esempio, la percentuale di veicoli elettrici ha raggiunto il 50%. Negli Stati Uniti, un’auto su dieci è elettrica, mentre in Europa si attesta attorno al 16%. Questi dati indicano che l’Italia si trova in una posizione vulnerabile, non in grado di tenere il passo con la rapida transizione verso veicoli a zero emissioni che caratterizza il panorama globale.
In dieci anni, il numero di auto elettriche nel mondo è aumentato vertiginosamente, passando da 10mila a 40 milioni. Un’auto su cinque immatricolata a livello globale è ora elettrica, rivelando un cambio distinto nella domanda dei consumatori e nelle politiche industriali. In questo contesto, anche il costo delle batterie ha registrato un decremento notevole, riducendosi di sei volte negli ultimi cinque anni. Previsioni ottimistiche indicano che ci sarà un ulteriore abbassamento del 50% nei prossimi due anni, un cambio di marcia che potrebbe influenzare positivamente il mercato.
Opportunità e sfide per l’industria automobilistica italiana
Il segretario di Motus-E ha sottolineato l’importanza di sviluppare prodotti di massa per rispondere a questa domanda crescente di mobilità elettrica. Affermare che le aziende italiane devono evolvere la loro offerta è un passaggio cruciale per rimanere competitive in un settore così dinamico. Si stima che oltre il 70% delle auto in arrivo dai produttori cinesi siano ancora a combustione interna, indicando la necessità per l’industria italiana di adattarsi, investendo in innovazione sia nei prodotti che nello sviluppo delle batterie.
La competitività verrà alimentata da un maggiore investimenti in ricerca e sviluppo, come evidenziato nel rapporto redatto sotto la direzione dell’ex presidente del Consiglio Mario Draghi. Investimenti mirati sull’innovazione di prodotto sono imprescindibili per affrontare le sfide del settore in un panorama così variegato e in continua evoluzione.
Necessità di stabilità normativa e coordinamento
Un altro tema cruciale messo in evidenza da Naso riguarda la necessità di stabilità normativa. Cambiamenti repentini nei regolamenti possono creare incertezze che ostacolano gli investimenti a lungo termine. Il settore della mobilità elettrica necessita di un quadro normativo chiaro e prevedibile, capace di guidare le aziende verso un obiettivo comune di sostenibilità e innovazione.
In aggiunta, è fondamentale un coordinamento efficace tra i vari attori del sistema energetico e del mercato automobilistico. Una pianificazione sinergica potrebbe garantire una crescita armoniosa e sostenibile, facilitando l’integrazione delle infrastrutture necessarie per supportare l’aumento di veicoli elettrici sulle strade italiane. La collaborazione tra enti pubblici e privati si configura quindi come un fattore chiave per il futuro della mobilità elettrica in Italia.