Jenson Brooksby si prepara a tornare in campo dopo un lungo periodo di stop dovuto a infortuni e problematiche personali. La sua storia è quella di un giovane il cui percorso sportivo è segnato dalla convivenza con l’autismo, un aspetto che egli stesso desidera condividere per favorire una maggiore comprensione. La sua lotta, fatta di imprevisti e sfide, evidenzia sia il coraggio che la determinazione che caratterizzano questo talento del tennis.
Un lungo stop: infortuni e squalifiche
Dopo due anni di assenza dai campi da tennis, Jenson Brooksby si pone nuovi obiettivi e desidera ripartire da Camberra a gennaio. Questo americano del 2000 ha vissuto un periodo complicato, costellato di infortuni e un’inaspettata squalifica di 18 mesi per non aver fatto tre test antidoping in un anno. Nonostante le difficoltà , Brooksby ha lottato per ottenere una riduzione della pena, sottolineando la responsabilità dei controllori nella gestione delle comunicazioni.
La sua situazione si è complicata ulteriormente con problemi alla spalla, costringendolo a riconsiderare la data del rientro e posticipandolo al 2025. Durante questi due anni, ha affrontato una dura battaglia interna; un tempo in cui la frustrazione e la depressione hanno minacciato di sopraffarlo. Brooksby ha espresso il suo desiderio di tornare a puntare in alto, riprendendo dalla posizione numero 33, che aveva conquistato prima dei suoi guai.
L’autismo: una parte della sua identitÃ
La vita di Brooksby è stata segnata sin dalla giovane età dall’autismo, una condizione con cui deve convivere quotidianamente. In un’intervista recente, ha condiviso la sua esperienza, chiarendo che non desidera nascondere questo aspetto di sé. La sua difficoltà iniziale nel comunicare, che lo ha portato a interagire con psicologi per 40 ore settimanali, è un segno della sfida che ha dovuto affrontare. Oggi, tuttavia, si trova in un punto molto più positivo dello spettro autistico, secondo l’analista comportamentale Michelle Wagner.
Brooksby ha voluto rendere pubblica la sua storia, ritenendo che la consapevolezza e la comprensione siano fondamentali. “Non voglio che le persone mi vedano solo attraverso la lente dell’autismo,” ha dichiarato. “Desidero che mi conoscano nella mia totalità .” La sua volontà di condividere la propria esperienza offre un’importante testimonianza su come affrontare e superare le sfide legate a questo disturbo.
Sfide e successi in campo: l’autismo come forza
Traendo forza dalla sua condizione, Brooksby ha scoperto che l’autismo può rivelarsi un vantaggio in situazioni di alta pressione. Sottolinea la capacità di concentrarsi su dettagli specifici per lunghi periodi, una qualità che può tradursi in prestazioni eccellenti sul campo. Tuttavia, il tennis presenta anche sfide uniche; gli scoppi di rabbia durante le sconfitte sono un punto critico per lui. Il suo preparatore atletico, Paul Kinney, è attento ai segnali di disagio e si assicura di osservare accuratamente il comportamento del tennista in questi momenti.
La gestione delle emozioni è fondamentale, e Brooksby sa di dover lavorare su questo aspetto. Per lui, il tennis rappresenta un’opportunità per migliorare non solo a livello sportivo ma anche personale. Grazie all’input della sua squadra e dei professionisti che lo affiancano, ha sviluppato strategie per affrontare questo tema in un modo che lo aiuti a mantenere la calma e a rendere al meglio.
Attraverso la sua testimonianza, Brooksby non solo celebra la sua resilienza, ma offre anche una prospettiva nuova sulle sfide legate all’autismo nel mondo dello sport. La comunione di esperienze e il desiderio di spiegare la sua situazione rappresentano un esempio per molti, evidenziando come possa essere possibile affrontare la vita con determinazione e passione.