In un panorama sempre più complesso e sfidante, la medicina oncologica in Italia si trova di fronte a una crisi preoccupante: ben l’80% dei giovani oncologi soffre di burnout. Questo fenomeno non è un’esclusiva nazionale, ma si estende a tutta Europa, dove un oncologo su tre, a prescindere dall’età , ha vissuto almeno una volta nella propria carriera questo disagio psicologico. L’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) ha recentemente lanciato un appello per una maggiore attenzione e formazione nel settore.
Le cause del burnout
Le cause di questo fenomeno sono molteplici e complesse. Tra i fattori principali si evidenziano i carichi di lavoro eccessivi, che costringono i medici a dedicare un tempo sproporzionato alla burocrazia invece che alla cura dei pazienti. La difficoltà nella comunicazione con i pazienti e le loro famiglie aggrava ulteriormente la situazione. Francesco Perrone, presidente di Aiom, sottolinea che “il burnout è un problema che non possiamo ignorare, poiché compromette la qualità dell’assistenza”. I sintomi di questa sindrome comprendono ansia, irritabilità e una sensazione di frustrazione, che può portare a una diminuzione dell’autostima.
Con l’aumento costante del numero di pazienti oncologici, la pressione sui giovani medici è palpabile. Angela Toss, coordinatrice del Working Group Aiom Giovani, afferma: “Oggi, oltre la metà del tempo dedicato a una visita ambulatoriale è speso in pratiche burocratiche”. Questo non solo sottrae tempo prezioso all’assistenza, ma contribuisce anche a un incremento dello stress e della demotivazione tra i professionisti.
Iniziative di formazione e supporto
Per contrastare questa crisi, Aiom ha avviato diverse iniziative, tra cui gli ‘Aiom Games’, eventi interattivi che puntano a valorizzare i giovani oncologi attraverso approfondimenti e dibattiti. Questi eventi, che si tengono in tutta Italia, offrono un’opportunità unica di apprendimento e networking. L’ultimo incontro si è svolto a Roma, dove clinici da ogni parte del Paese si sono riuniti per discutere di tematiche cruciali come il cancro del polmone e i tumori ereditari.
“Il nostro obiettivo è fornire ai giovani oncologi gli strumenti necessari per affrontare le sfide della professione”, dichiara Perrone. I partecipanti ai ‘Games’ hanno l’opportunità di vincere un accesso al Congresso Esmo, una piattaforma di aggiornamento scientifico di grande rilevanza che si terrà a Berlino. Queste iniziative non solo mirano a migliorare le competenze professionali, ma anche a creare un ambiente di supporto tra i giovani medici.
Il ruolo della ricerca e dell’innovazione
La ricerca riveste un ruolo cruciale nel migliorare la qualità delle cure oncologiche. Saverio Cinieri, presidente della Fondazione Aiom, evidenzia i progressi significativi ottenuti grazie all’innovazione in oncologia. “Oggi abbiamo a disposizione test genetici avanzati che permettono di pianificare strategie di prevenzione e terapie più efficaci per le donne portatrici di mutazioni genetiche“, afferma. Inoltre, l’immunoterapia ha dimostrato risultati promettenti nel trattamento di tumori come quelli del fegato e del polmone.
Questi sviluppi non solo migliorano le prospettive di sopravvivenza per i pazienti, ma offrono anche ai giovani oncologi l’opportunità di lavorare con tecnologie all’avanguardia e di contribuire attivamente alla ricerca. “La formazione continua è essenziale”, conclude Perrone, “per garantire che i giovani oncologi possano affrontare le sfide future e contribuire a un’assistenza di alta qualità ”.
In un contesto in cui la scarsità di specialisti rappresenta una vera emergenza, è fondamentale investire nella formazione e nel supporto dei giovani oncologi. Solo così sarà possibile garantire un futuro migliore per i pazienti e per il sistema sanitario nel suo complesso.