In un clima di festività , Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, si è pronunciata in merito all’importanza del dialogo consapevole e del significato delle parole durante il suo discorso per Chanukka. Quest’anno, la festività ebraica è coincisa con il periodo natalizio, creando un’opportunità unica per riflettere sui valori condivisi e sul rispetto reciproco tra le diverse tradizioni. La sua posizione invita a una riflessione approfondita su come il linguaggio possa costruire o distruggere ponti.
Il significato del dialogo e l’uso delle parole
Nel suo intervento, Di Segni ha messo in evidenza quanto il dialogo richieda una scelta accurata delle parole, attingendo a dizionari storici e legali. Questa scelta non è solo retorica, ma ha radici profonde nel significato e nell’impatto delle espressioni utilizzate. Parole cariche di storia e di significato devono essere pronunciate con maggiore attenzione, poiché ognuna di esse porta con sé un valore simbolico e culturale.
Di Segni ha dimostrato come, attraverso le parole, si possa incorrere nel pericolo dell’oscurantismo. Parole mal comprese o storpiate possono generare divisione e conflitto, piuttosto che dialogo e comprensione. Si tratta di una questione di responsabilità , non solo nei confronti di se stessi, ma anche verso la comunità e la storia collettiva.
In un momento di tensioni e conflitti globali, l’invito di Di Segni è una chiamata all’azione: trasformare le parole in strumenti di coerenza e cooperazione tra le culture. La sua affermazione suggerisce che ciascuno ha il potere di essere un pellegrino di speranza, approfondendo le conoscenze sulle differenze e sui punti in comune tra le fedi, specialmente in un contesto di festeggiamenti.
L’importanza della festività di Chanukka
Chanukka, conosciuta come la Festa delle Luci, celebra la vittoria degli Maccabei e il miracolo dell’olio. Quest’anno, il suo arrivo si è sovrapposto al Natale, un periodo di riflessione per molte culture e religioni. Questo incrocio di festività offre un’opportunità preziosa per il dialogo, sottolineando come le esperienze religiose possano convergere in momenti di pace e celebrazione.
Durante anni in cui i conflitti sembrano prevalere, festeggiare Chanukka accanto al Natale rappresenta un simbolo di unità . Di Segni ha enfatizzato che, mentre celebrano la propria identità e tradizioni, le comunità devono continuare a lavorare per un futuro comune, fondato sul rispetto e sulla comprensione.
La celebrazione di Chanukka non è solo un ritorno alla tradizione, ma un appello a costruire legami significativi tra le differenze, riconoscendo il valore dell’ebraismo come base di molte credenze. I rituali di Chanukka invitano a riflettere su un passato condiviso e sul futuro che potrebbe essere, incoraggiando l’apertura e il dialogo.
Un invito alla responsabilità collettiva
Noemi Di Segni ha chiuso il suo discorso con un forte invito alla responsabilità collettiva nella scelta delle parole. Le parole possono essere sia una fonte di divisione che di unione; porre attenzione a ciò che si dice e come lo si dice serve a costruire un dialogo proficuo. L’idea di mantenere aperte le “porte del dialogo” rappresenta un’opzione: non solo rispondere a una necessità contemporanea, ma creare una cultura del rispetto nelle comunicazioni quotidiane.
Questo è un principio fondamentale, soprattutto in un’epoca in cui le informazioni si propagano rapidamente e possono essere distorte, creando confusione e divisione. L’approccio di Di Segni suggerisce che ogni individuo possa contribuire a un linguaggio più consapevole, dove le parole diventino veicolo di speranza e comprensione, e non di conflitto. L’azione di celebrare diverse tradizioni simultaneamente è un passo verso l’apertura e la cooperazione, elementi essenziali per costruire un futuro di pace.