Essenza del documentario
‘La scuola romana delle risate’ è un documentario che incarna un’atmosfera indolente, regale e minimalista, diretto da Marco Spagnoli e narrato da Carlo Verdone. Questo coinvolgente viaggio nella comicità romana sarà presentato in sala come evento speciale il 17, 18 e 19 aprile 2025, per poi debuttare in prima serata su Rai Tre il 26 aprile.
Inizio musicale e narrazione
La narrazione prende vita con le note di Piotta, che dedica una canzone alla sua amata Roma: “Tu me piaci da quanno so nato, perché me fai ride pure nel giorno sbagliato…”. Da questo incipit, il film si sviluppa attraverso testimonianze e clip iconiche, con Carlo Verdone che, come un moderno Virgilio, guida il pubblico nel mondo di una comicità che rappresenta un vero e proprio patrimonio culturale.
Un cast illustre
Un cast di illustri protagonisti, tra cui Corrado Guzzanti, Marco Giallini, Lillo, Virginia Raffaele e molti altri, condividono le loro esperienze con questa forma d’arte. La colonna sonora, curata da Tommaso Zanello, accompagna le immagini di leggende dell’intrattenimento romano, da Ettore Petrolini ad Alberto Sordi, passando per Aldo Fabrizi e Gigi Proietti, fino ad arrivare a icone come Anna Magnani e Monica Vitti. Le sequenze sono arricchite da filmati storici provenienti dal catalogo Titanus, dall’istituto Luce e dalle Teche Rai, creando un mosaico di ricordi e risate.
Il cuore del documentario
Il regista Marco Spagnoli evidenzia il cuore pulsante del documentario con la frase: “‘A Roma abbiamo visto tutto”. Nonostante la ricchezza di esperienze vissute, la città continua a generare nuovi talenti, artisti che nascono dall’indolenza e dall’amore per la battuta, caratteristiche tipiche dei romani. La narrazione si muove tra conformismo ed eclettismo, cercando di sorprendere lo spettatore con una carrellata di artisti straordinari, alcuni dei quali, purtroppo, sono un po’ dimenticati, ma hanno lasciato un segno indelebile nel panorama comico italiano.
Chicche e aneddoti
Tra le chicche del documentario, spicca un’affermazione di Carlo Verdone, che sottolinea come il vero teatro romano, dove sono emersi grandi attori, sia “il mercato”, un luogo di formazione per figure come Aldo Fabrizi e Sora Lella. Verdone rievoca anche un aneddoto su Fellini, che, durante una visita a casa sua, raccontò il suo primo impatto con la capitale. Questo episodio era stato condiviso dal regista con L’Espresso nel 1971, descrivendo il suo arrivo a Roma nel 1938 e l’incontro con una realtà cittadina ricca di cultura popolare e tradizioni quotidiane.