La Corea del Sud blocca DeepSeek: preoccupazioni per la gestione dei dati da parte della startup cinese

Governamenti di Corea del Sud, Italia e Australia limitano l’accesso alla startup cinese DeepSeek per preoccupazioni sulla gestione dei dati e la sicurezza delle informazioni sensibili.
La Corea del Sud blocca DeepSeek: preoccupazioni per la gestione dei dati da parte della startup cinese - Tendenzediviaggio.it - Foto generata con AI

La questione della gestione dei dati da parte di aziende tecnologiche internazionali continua a sollevare interrogativi e preoccupazioni tra i governi di tutto il mondo. Recentemente, i ministeri della Difesa e del Commercio della Corea del Sud hanno adottato misure per limitare l’accesso della startup cinese DeepSeek ai propri sistemi informatici. Questo provvedimento è stato preso a seguito di una richiesta alle autorità competenti in merito alle pratiche di raccolta e gestione dei dati degli utenti da parte della giovane impresa, che ha lanciato il suo chatbot R1 all’inizio di quest’anno con l’intenzione di competere con i colossi tecnologici statunitensi.

La risposta della Corea del Sud alle preoccupazioni sui dati

La Corea del Sud si unisce così ad altri paesi, tra cui Francia e Italia, che hanno sollevato domande simili sul comportamento della startup cinese. Secondo fonti ufficiali, il ministero della Difesa sudcoreano ha imposto un divieto di accesso a DeepSeek ai computer militari connettibili a Internet. Il ministero del Commercio, d’altra parte, ha scelto di limitare temporaneamente l’accesso alla piattaforma in attesa di risposte da parte della compagnia di Hangzhou. Queste azioni riflettono un crescente timore tra i governi riguardo alla sicurezza dei dati e ai rischi connessi all’uso di servizi offerti da aziende straniere, specialmente quando si tratta di dati sensibili.

Le indagini in corso e le limitazioni imposte dall’Italia

Non è solo la Corea del Sud a essere colpita da queste problematiche; l’Italia ha avviato un’indagine sul chatbot R1, impedendone la capacità di elaborare i dati degli utenti italiani. Quest’azione è indicativa dell’attenzione sempre crescente delle autorità europee nei riguardi della privacy e della protezione delle informazioni personali. Si teme che le pratiche adottate da DeepSeek nella gestione dei dati possano non rispettare gli standard di sicurezza richiesti, tanto più in un periodo storico in cui la protezione delle informazioni personali è diventata cruciale.

L’intervento dell’Australia e l’azione globale contro DeepSeek

Anche l’Australia ha deciso di intervenire, limitando l’accesso di DeepSeek a tutti i dispositivi governativi. Questa scelta è avvenuta in risposta ai suggerimenti delle agenzie di sicurezza australiane, che hanno manifestato preoccupazioni simili riguardo alle pratiche operative della startup. Questo consenso tra governi di diverse nazioni suggerisce che potrebbero esserci sviluppi futuri in ambito legislativo per normare e monitorare più efficacemente le pratiche delle aziende tecnologiche, soprattutto quelle che operano in ambito internazionale.

La situazione con DeepSeek continua a evolversi, con diversi paesi che esaminano attentamente le implicazioni delle tecnologie emergenti e il modo in cui queste gestiscono informazioni critiche della loro popolazione. Alla luce di tali eventi, il dibattito su come regolare l’industria tech e garantire la protezione dei dati si fa sempre più accessibile e urgente.

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