La delega fiscale scommette sul poker delle tasse: il Cdm approva il primo modulo della riforma Irpef

Il Consiglio dei Ministri di oggi ha segnato un passo significativo verso la ridefinizione del panorama fiscale italiano, con l’approvazione definitiva di quattro decreti legislativi attuativi della Delega fiscale. Tra i protagonisti di questa manovra, il tanto atteso primo modulo della riforma dell’Irpef, che modifica gli attuali quattro scaglioni in tre, con effetto dal 1° gennaio, almeno per il momento previsto per un anno.

Un taglio delle aliquote per favorire i redditi medio bassi

L’implicazione diretta di questa modifica è la riduzione delle aliquote, passando da quattro a tre. La novità più rilevante riguarda l’abbassamento al 23% dell’aliquota che ora comprenderà anche l’attuale secondo scaglione di reddito, situato tra 15.000,01 e 28.000 euro. L’obiettivo dichiarato dal Governo è quello di favorire soprattutto i redditi medio-bassi.

Quattro decreti per semplificare il sistema fiscale

Oltre al tanto discusso taglio delle aliquote, il Cdm ha dato il via libera definitivo a quattro decreti legislativi attuativi della Delega fiscale, mirati a migliorare e semplificare il sistema fiscale. Questi riguardano l’adempimento collaborativo, il contenzioso tributario, lo statuto del contribuente e il primo modulo della riforma Irpef che riduce gli scaglioni da 4 a 3.

Donazioni ai partiti: taglio alle detrazioni confermato

Il decreto legislativo approvato conferma il taglio alle detrazioni per le donazioni ai partiti politici, con una riduzione di 260 euro. Tuttavia, le donazioni alle Onlus e agli enti del terzo settore rimangono escluse da questo taglio.

Le ricadute della riduzione a tre delle aliquote

L’impatto massimo della riduzione a tre aliquote dell’Irpef si fa sentire nella fascia di reddito tra 30.000 e 50.000 euro, con un risparmio fiscale annuo di 260 euro. Al di sopra dei 50.000 euro, il vantaggio viene annullato dal taglio delle detrazioni.

Detrazioni e agevolazioni per lavoro dipendente e imprese

Il decreto Irpef innalza la detrazione per lavoro dipendente a 1.955 euro annui e allinea la no tax area a 8.500 euro, equiparando così i titolari di reddito di pensione. Si prevede anche una rimodulazione del calcolo del trattamento integrativo per i redditi fino a 28.000 euro. Sul fronte delle imprese, si sancisce l’addio al bonus aumenti di capitale (Ace) a partire dal 2024 e il debutto, per il prossimo anno, della maxideduzione per i neoassunti.

Altri tre decreti attuativi per completare la riforma

La giornata odierna ha visto anche l’approvazione di altri tre decreti attuativi della riforma, che toccano temi come il contenzioso tributario e la cooperative compliance. Quest’ultima prevede il coinvolgimento dei consulenti del lavoro per le grandi imprese, con soglie di accesso che gradualmente scendono fino a 100 milioni di euro.

Il percorso della Delega fiscale sembra delineare una strategia governativa volta a semplificare il sistema fiscale e a redistribuire gli oneri in modo più equo, sebbene il taglio alle detrazioni per le donazioni ai partiti possa sollevare alcune critiche.