Recenti sondaggi rivelano una chiara preferenza tra i giovani per l’intelligenza artificiale nel campo della medicina e della ricerca scientifica. La Generazione Z, infatti, esprime ottimismo circa l’impatto che questa tecnologia avrà sulla sanità del futuro, con aspettative elevate riguardo ai benefici che potrà portare a settori fondamentali come la salute. L’attenzione su questo tema culmina con il progetto “Fattore J”, ora giunto alla sua quinta edizione, che mira a sensibilizzare i giovani su come l’AI possa essere integrata nella medicina.
La fiducia della generazione z nell’ai
Secondo uno studio condotto da Swg per Johnson & Johnson, il 68% dei giovani ritiene che la ricerca scientifica beneficerà notevolmente dell’AI, mentre il 66% vede la medicina come il settore che più ne tragga vantaggio. I ragazzi evidenziano la competenza dell’AI nel rendere la sanità più veloce, organizzata, efficace e personalizzata. Tuttavia, non dimenticano l’importanza del contatto umano, con il 61% degli intervistati che afferma la necessità di mantenere interazioni dirette durante le cure. Questo richiamo all’umanità nelle cure rispecchia un approccio bilanciato, in cui la tecnologia e l’empatia non sono in conflitto, ma piuttosto complementari. Un altro 47% dei partecipanti sottolinea la necessità per i medici di sviluppare un pensiero critico affinché l’integrazione della tecnologia avvenga in modo consapevole e fruttuoso.
Il progetto “Fattore J” e i suoi obiettivi
In questo contesto, “Fattore J” si propone come un’iniziativa chiave per informare e coinvolgere i giovani nella comprensione di come l’AI stia cambiando il panorama sanitario. Questo progetto, sviluppato con il supporto della Fondazione Mondo Digitale e in collaborazione con l’Istituto Nazionale Tumori di Milano, sta già coinvolgendo oltre 300.000 studenti delle scuole superiori italiane. Quest’anno, gli eventi territoriali si svolgeranno in ospedali e policlinici universitari nel Nord e Centro Italia, creando un ponte tra il mondo accademico e quello sanitario.
Durante questi eventi, i partecipanti saranno guidati dai professionisti del settore, scoprendo come le nuove tecnologie e la ricerca stanno trasformando le pratiche mediche quotidiane. Inoltre, verranno organizzate visite nei siti produttivi, come quello di Latina, per mostrare il percorso del farmaco dalla scoperta, passando attraverso lo sviluppo, fino alla produzione finale. Questa esperienza pratica rappresenta un’importante opportunità formativa per i ragazzi, permettendo loro di avvicinarsi al mondo della medicina in modo diretto e integrato.
Approccio dei giovani all’ai e le loro aspettative
Il sondaggio ha rivelato che il 53% degli intervistati afferma di avere già conoscenze sull’utilizzo dell’AI in ambito sanitario, e il 65% desidera ulteriori approfondimenti sul tema. Le opinioni sull’AI sono prevalentemente positive, con il 61% favorevoli alla sua applicazione per diagnosi immediate e il 58% sostenitori della chirurgia a distanza. Inoltre, il 72% dei giovani vede nell’AI un potenziale nella lotta contro le malattie rare, mentre il 67% si aspetta risultati significativi nella lotta contro il cancro.
Tuttavia, esiste anche un certo scetticismo. Circa un giovane su tre considera “fantascienza” alcune soluzioni già in uso, come la diagnosi precoce dei tumori tramite l’analisi automatizzata delle immagini mediche. Il 37% degli intervistati dubita della possibilità di usare modelli predittivi per gestire focolai sanitari. Questi numeri evidenziano una divisione tra prospettive entusiaste e timori riguardo il futuro della medicina assistita dall’AI.
L’importanza della collaborazione nella ricerca scientifica
Il lancio di “Fattore J” ha visto la partecipazione di esponenti istituzionali e scientifici, tra cui Emanuele Monti, presidente della Commissione Welfare della Regione Lombardia. Monti ha esaltato il ruolo centrale dell’innovazione tecnologica nella trasformazione del settore sanitario, sottolineando l’importanza della responsabilità sociale associata ai progressi scientifici. La sua posizione è che i giovani sono al centro del cambiamento e che coinvolgerli nelle sfide tecnologiche è essenziale per costruire un futuro in cui la tecnologia possa servire il bene comune.
Gustavo Galmozzi, presidente della Fondazione Irccs Int di Milano, ha enfatizzato l’importanza della ricerca oncologica e della trasmissione di questa passione ai più giovani. La salute pubblica e il progresso scientifico devono avanzare insieme, creando un dialogo attivo tra scienziati e studenti.
All’interno di questo panorama, Mario Sturion, amministratore delegato di Johnson & Johnson Innovative Medicine Italia, ha sottolineato come l’innovazione sia il motore di cambiamento: “Stiamo esplorando possibilità straordinarie grazie all’AI”, ha affermato, evidenziando l’impegno di Johnson & Johnson nel garantire che i progressi scientifici siano a beneficio della società .
Con iniziative come “Fattore J”, si punta non solo ad educare, ma anche a costruire un legame tra giovani e scienza, una connessione necessaria per affrontare le sfide future nel campo della salute.