Joselu, l’attaccante spagnolo vincitore della Champions e dell’Europeo, condivide una lezione che ha segnato il suo percorso. La frase dell’insegnante di musica, che gli raccomandava di dedicarsi alla musica invece che al calcio, non è solo un ricordo, ma una fonte di motivazione che lo spinge a continuare a inseguire i propri sogni. Oggi gioca in Qatar e ripercorre la sua carriera con orgoglio e gratitudine.
Joselu e il passaggio al Qatar: una nuova avventura
Attualmente, José Luis Sanmartin Mato, conosciuto come Joselu, milita nell’Al-Gharafa dopo un’affermata carriera in Europa. Approdato in Qatar la scorsa estate, l’attaccante spagnolo si gode le sue ultime sfide calcistiche, mentre il club occupa la quarta posizione in classifica. Classe 1989, Joselu ha accumulato successi significativi: ha sollevato una Champions League, due titoli di campione di Spagna e una Supercoppa spagnola con il Real Madrid. Recentemente, ha anche vinto l’Europeo con la Nazionale spagnola e la Nations League.
Il contratto con l’Al-Gharafa, che gli assicura 8 milioni netti all’anno fino al 2026, segna una fase finanziariamente proficua della sua carriera. Un’evoluzione che rende ancora più agrodolce la frase proferita dal suo insegnante di musica nell’infanzia, che prediceva per lui un futuro difficile se avesse scelto il calcio su altre passioni. La realtà si è rivelata ben diversa, dimostrando che le strade verso il successo possono spesso non coincidere con le previsioni della propria infanzia.
Le parole che lo hanno guidato
Durante una recente intervista al programma “El Hormiguero”, Joselu ha raccontato il momento in cui il suo insegnante di musica gli disse che il calcio non gli avrebbe mai dato da mangiare. Il giovane calciatore, già appassionato di sport, si confrontava con le aspettative scolastiche e le proprie inclinazioni. “Mi disse di non dedicarmi al calcio, ma alla musica, visto che suonavo diversi strumenti,” ha rivelato.
Questa frase, invece di demoralizzarlo, ha rappresentato un impulso. Joselu ha affermato di non ricordare esattamente come rispose, ma questa esperienza lo ha spinto a lavorare con dedizione per realizzare il suo sogno, portandolo a giocare nel Real Madrid. “A 33 anni, ho dimostrato che i sogni possono essere raggiunti, non importa l’età,” ha sottolineato, evidenziando l’importanza della perseveranza e dell’impegno.
Riflessioni sulla carriera e il legame con la famiglia
Riguardando il suo passato, Joselu ha condiviso ricordi toccanti della sua infanzia. Nonostante un certo disinteresse per lo studio, la sua passione per il calcio emergeva prepotente. A 11 anni, ha firmato con il Celta Vigo, ma ha dovuto lasciare la sua casa per vivere con una zia a Vigo, che lo ha accolto nella sua famiglia durante gli anni cruciali della sua crescita calcistica.
Questi sacrifici familiari hanno segnato profondamente la sua esistenza e carriera. È stata la madre a soffrire di più vedendolo partire, un sacrificio che ha portato Joselu a diventare il giocatore di successo che è oggi. Ogni passo di quel percorso lo ha formato non solo come atleta ma anche come persona, forgiando la sua resilienza e capacità di superare gli ostacoli.
Memorie indimenticabili: la maglietta di Cristiano Ronaldo
Un’interessante rivelazione è emersa quando Joselu ha parlato della maglietta di Cristiano Ronaldo, che ricevette 13 anni fa. Un cimelio che non ha mai lavato, con la quale ha mantenuto un legame speciale. “Non ha un cattivo odore… e recentemente, dopo averlo affrontato in campo, mi ha dato di nuovo la sua maglia e anche quella non l’ho lavata,” ha detto.
Per l’attaccante, la presenza di segni, macchie d’erba e il ricordo del momento in cui ha ricevuto il dono rendono quelle magliette uniche e significative. Non è solo una questione estetica o olfattiva, ma un simbolo di momenti indimenticabili e conquiste nel mondo del calcio. Le magliette speciali che conserva così come sono, raccontano storie e rappresentano ricordi preziosi, facendo parte della sua eredità personale e professionale.