La terapia innovativa che sta rivoluzionando l’epatite Delta: intervista al dott. Spatarella Cotugno

Una nuova terapia per i pazienti con epatite Delta sta cambiando il panorama della malattia. L’antivirale bulevirtide è stato approvato e rimborsato da AIFA ed è il primo farmaco specifico per il trattamento dell’epatite Delta cronica. Ci sono circa 2.000 pazienti in Italia con questa forma di epatite, che è la meno conosciuta ma anche la più aggressiva. Senza un trattamento adeguato, i pazienti possono sviluppare rapidamente complicanze come cirrosi, scompenso epatico ed epatocarcinoma.

Micaela Spatarella, responsabile dell’Unità operativa semplice dipartimentale Farmacovigilanza presso l’Ospedale Cotugno Aorn Dei Colli di Napoli, ha sottolineato l’importanza di questa terapia durante il simposio ‘Innovazione nel trattamento dell’Hdv, la meno conosciuta, ma la più aggressiva tra le epatiti virali’, che si è tenuto nel corso del 44° Congresso della Società italiana farmacia ospedaliera (Sifo) a Roma.

Secondo Spatarella, finora non c’erano farmaci disponibili per il trattamento dell’epatite Delta, quindi l’introduzione del nuovo antivirale rappresenta un cambiamento significativo nella gestione della malattia. Ha anche evidenziato il ruolo dei farmacisti ospedalieri nell’adattarsi a questi cambiamenti e rispondere alle esigenze cliniche e organizzative. La disponibilità di farmaci come la bulevirtide richiede una rimodulazione dell’organizzazione e delle considerazioni economiche.

Il compito dei farmacisti ospedalieri è quello di valutare i pazienti che possono beneficiare di questo trattamento e pianificare la spesa in collaborazione con i clinici. Si occupano anche della gestione logistica del farmaco, che richiede un controllo rigoroso della catena del freddo. Il farmaco viene distribuito dal centro prescrittore, mentre la continuità assistenziale viene garantita dal territorio. I farmacisti del Servizio Sanitario Nazionale validano la prescrizione ed erogano il trattamento in collaborazione con i clinici.

Uno degli aspetti che cambia con questa terapia è il rapporto con il paziente. Poiché il farmaco viene somministrato autonomamente, i farmacisti possono fornire consigli sulle modalità di somministrazione e distribuire materiale informativo che possa aiutare i pazienti a prendersi cura di sé a casa.

In sintesi, l’introduzione della bulevirtide come trattamento per l’epatite Delta rappresenta un importante passo avanti nella gestione di questa malattia. I farmacisti ospedalieri svolgono un ruolo fondamentale nel valutare i pazienti eleggibili, gestire la logistica del farmaco e fornire supporto ai pazienti durante l’intero percorso terapeutico.