L’arte contemporanea sta vivendo un periodo di vivacità, grazie a figure di spicco che ricompongono le tradizioni artistiche con linguaggi innovativi. Tra questi innovatori troviamo Jago, nome d’arte di Jacopo Cardillo, un artista in grado di catturare l’attenzione del pubblico con opere che vanno oltre la mera estetica. Una recente performance di Jago ha messo in luce il legame profondo tra l’arte e la comunità, dimostrando come le sculture possano diventare un’esperienza condivisa.
il legame tra arte e pubblico
Durante una sua mostra, una bambina ha provato a riempire l’impronta di una sua scultura con la mano, segno che l’arte può essere un ponte tra generazioni. Jago, presente, ha incoraggiato la piccola, sottolineando l’importanza di questa interazione. “Ci sei quasi, ci sei quasi,” ha detto con uno spirito giocoso. L’artista, vestito in modo sobrio con una t-shirt e pantaloni neri, sembra quasi fondersi con l’oscurità delle sue opere, che evocano emozioni forti e varie. La vera novità di Jago risiede nella sua convinzione che le sue creazioni non appartengano solo a lui, ma all’intera comunità. “È come un figlio,” afferma, enfatizzando l’idea che l’arte deve essere condivisa, scoperta e apprezzata da tutti.
un artista globale con radici italiane
Jago, 37 anni e originario di Anagni nel Frusinate, ha ottenuto successi in tutto il mondo. Dalla Cina agli Emirati Arabi, ha portato le sue opere in contesti inaspettati, come a Gedda, dove ha presentato “La David”, la sua reinterpretazione del famoso David di Michelangelo. Questa scultura si inserisce nel contesto della storica Amerigo Vespucci, attualmente in tour nel Mediterraneo. Il museo di Napoli potrebbe accogliere la presentazione ufficiale dell’opera, mentre Jago sembra essere anche attratto dalla possibilità di stabilire un nuovo laboratorio a Roma. “C’è sicuramente una prospettiva romana,” ha affermato, indicando che i suoi progetti richiedono tempo e ricerca dei giusti collaboratori.
un processo creativo dinamico
Parlando del suo processo creativo, Jago appare energico e appassionato. Gesticolando con entusiasmo, descrive un flusso costante di idee che gli riempie la mente. Nonostante la produttività, l’artista è consapevole delle limitazioni temporali e della necessità di selezionare le idee più promettenti. Puntare a lasciare un’eredità duratura è uno degli obiettivi principali della sua pratica. Definendosi “l’uomo del fare,” Jago si concentra sull’importanza della scultura come comunicazione e strumento di comprensione del mondo. La materia che utilizza diventa l’immagine tangibile delle sue riflessioni e percezioni.
riflessioni sull’eredità artistica
Quando si parla di Jago, viene spesso accostato a Michelangelo, una definizione che lui stesso trova esagerata e ridicola. Sorride di fronte a questa etichetta, ma riconosce l’importanza di avere riferimenti storici. “È fondamentale essere ambiziosi in modo genuino,” dice. La sua visione artistica non si limita ad un’imitazione o ad un confronto con i grandi del passato, ma propone piuttosto un dialogo con essi. Jago si impegna a riempirsi della bellezza creata da altri e, al tempo stesso, a esprimere la sua autenticità. In un panorama artistico in continua evoluzione, si propone di condividere esperienze e ispirazioni, generando un’interazione feconda con il pubblico.
La sua filosofia sull’arte sembra muoversi in direzione di una comunicazione che travalica i confini individuali, mirando a costituire un patrimonio collettivo di esperienze e emozioni.