Le Borse europee stanno attraversando una giornata particolarmente difficile, con Milano che registra una flessione del 2,12%. Questo calo si inserisce in un contesto di debolezza generale che coinvolge anche gli altri mercati del continente, influenzati dall’implementazione dei dazi imposti dagli Stati Uniti. A Piazza Affari, il settore bancario è sotto pressione, con titoli come Bper che scivola del 4,6%, Unicredit del 4% e Popolare Sondrio del 3,8%. Anche Prysmian e Tenaris non si salvano, con perdite rispettivamente del 3,9% e del 3,8%. Lo spread tra Btp e Bund si mantiene stabile a 112 punti, mentre il rendimento del decennale italiano si attesta al 3,75%.
In questo scenario, il listino principale ha subito un’ondata di vendite che ha colpito anche Stm, in calo del 3%, e il settore automobilistico, con Iveco e Stellantis che perdono rispettivamente 2,7% e 1,7%. Tuttavia, non tutte le notizie sono negative: Terna si distingue con un incremento dell’1%, seguita da A2A (+0,9%), Campari (+0,7%) e Ferrari (+0,5%).
Profondo rosso per le borse europee
L’apertura delle Borse europee è stata segnata da un clima di forte preoccupazione, con i mercati che risentono dell’inasprimento della guerra commerciale. Francoforte ha registrato un calo del 2,4%, mentre Parigi e Londra seguono con flessioni rispettivamente del 2,15% e 1,43%. Gli analisti avvertono che la situazione attuale aumenta il rischio di una recessione globale, spingendo i trader a vendere in modo aggressivo.
Crollo nei mercati asiatici
Anche le Borse asiatiche non sono state risparmiate dall’ondata di vendite. I mercati del sud-est asiatico hanno subito un duro colpo a causa dei dazi imposti dal presidente americano Donald Trump. In Vietnam, l’indice principale ha registrato un calo del 6,2%, il più significativo in oltre quattro anni. Le Filippine e la Thailandia hanno visto diminuzioni rispettivamente del 1,5% e 1,1%, mentre i cali in Malesia sono stati più contenuti, attestandosi a 0,4%. Gli esperti di Bloomberg avvertono che le economie dell’Asean dovranno affrontare sfide significative nei prossimi mesi a causa dell’impatto diretto delle nuove tariffe sulle esportazioni e delle conseguenze indirette sulla crescita globale. Gli Stati Uniti rappresentano uno dei principali partner commerciali per paesi come Singapore, Vietnam e Thailandia, rendendo queste economie particolarmente vulnerabili.
Oro al record, poi ripiega
Nella notte, l’oro ha toccato un nuovo record, scambiato a 3.167 dollari per oncia, in seguito alle dichiarazioni di Trump sui dazi. Tuttavia, il metallo prezioso ha poi subito una correzione, scendendo a 3.131,97 dollari poco prima delle 8:00 italiane, ma mantenendo comunque un incremento dello 0,5%. Questo movimento evidenzia la reattività dei mercati alle notizie economiche e politiche, con l’oro che continua a fungere da bene rifugio in tempi di incertezza.
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