Le conseguenze dei dazi annunciati da Trump pesano sulle Borse mondiali e sui mercati emergenti

L’annuncio dei dazi tariffari da parte di Trump provoca forti flessioni nei mercati globali, con investitori che cercano rifugio in asset sicuri e settori come l’industria automobilistica particolarmente colpiti.
Le conseguenze dei dazi annunciati da Trump pesano sulle Borse mondiali e sui mercati emergenti - Tendenzediviaggio.it - Foto generata con AI

L’annuncio dei dazi tariffari da parte del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha scatenato una reazione immediata e significativa sui mercati finanziari globali. Gli investitori stanno dimostrando una crescente avversione al rischio, rifugiandosi in asset considerati più sicuri come il dollaro, l’oro e i titoli obbligazionari. Questo clima di incertezza ha portato a forti flessioni sui listini di tutto il mondo, compresi quelli europei e asiatici.

I cali delle Borse globali

Le Borse europee hanno risentito notevolmente delle notizie sui dazi, con Parigi e Francoforte che hanno registrato una perdita dell’1,5%, Milano ha chiuso a -1,3%, mentre Londra ha segnato un -1,2%. In Asia, la situazione non è stata migliore: Tokyo ha chiuso in calo del 2,7%, e Seul ha sperimentato un decremento del 2,5%. Anche i future sul mercato statunitense l’hanno scampata, con il Nasdaq che è in calo dell’1,8% e l’S&P 500 dell’1,5%. Tutto ciò rende evidente un clima di forte preoccupazione tra gli investitori, pronti a modificare rapidamente le proprie strategie.

Settori più colpiti dai dazi

L’industria automobilistica è stata particolarmente colpita, con i valori degli indici a -4% secondo l’indice Stoxx. I titoli di aziende come Stellantis hanno visto un ribasso del 6,3%, mentre Volkswagen e Bmw hanno registrato cali rispettivi del 4,8% e del 3,8%. Queste flessioni sono attribuibili alle tensioni legate alle esportazioni dai loro stabilimenti messicani verso gli Stati Uniti, un aspetto che le aziende stesse non possono ignorare. Anche i titoli tecnologici hanno subito un impatto negativo, con una diminuzione del 3,3%, così come i settori minerari che hanno perso il 2,2%. L’incertezza riguardante le politiche commerciali statunitensi sembra avere un effetto immediato e profondo sull’economia europea.

Impatto sulle valute e sui titoli di Stato

La crisi legata ai dazi non ha risparmiato neppure l’euro, che ha perso un 1,2% sul dollaro, scendendo a quota 1,024. Anche le valute emergenti stanno risentendo di queste tensioni: il peso messicano, in particolare, ha ceduto il 2% rispetto al dollaro, e questo suggerisce un periodo di forte volatilità per le valute più sensibili agli sviluppi del mercato globale. Tuttavia, i titoli di Stato stanno mostrando una certa resilienza. I rendimenti sono diminuiti di alcuni punti base, anche se lo spread tra Btp e Bund si è ampliato di 4 punti base, arrivando a quota 113.

Criptovalute e materie prime nel mirino

I timori generati dalle nuove tariffe commerciali si riflettono anche nel mercato delle criptovalute, dove assistiamo a perdite significative. Il Bitcoin ha visto una flessione dell’1,2%, scendendo a un valore di 98.500 euro, mentre Ethereum ha subito un calo molto più marcato, con un decremento del 10,6%. In controtendenza, l’oro ha mantenuto una certa stabilità, aumentando dello 0,2% e avvicinandosi a quota 2.800 euro. Anche il prezzo del petrolio ha mostrato segnali positivi, con il Wti che ha guadagnato l’1,7%, stabilizzandosi a 73,8 dollari al barile.

La situazione attuale sui mercati è senza dubbio complessa e in continua evoluzione. Gli investitori osservano attentamente gli sviluppi futuri, consapevoli che le decisioni economiche degli Stati Uniti potrebbero avere ripercussioni rilevanti su scala globale.

Change privacy settings
×