Le Poste Usa fermano i pacchi dalla Cina: tensioni tra Stati Uniti e Pechino

Le Poste Usa interrompono le spedizioni dalla Cina e Hong Kong, scatenando reazioni di protesta da Pechino e aggravando le tensioni commerciali tra le due superpotenze.
Le Poste Usa fermano i pacchi dalla Cina: tensioni tra Stati Uniti e Pechino - Tendenzediviaggio.it - Foto generata con AI

La recente decisione delle Poste Usa di non accettare più spedizioni provenienti dalla Cina e da Hong Kong ha suscitato forti reazioni da parte delle autorità cinesi. Il portavoce del ministero degli Esteri, Lin Jian, ha definito questa mossa come una “soppressione irragionevole”, e ha chiesto agli Stati Uniti di interrompere politiche che colpiscono il commercio. Questa situazione si colloca in un contesto di crescente tensione commerciale tra le due superpotenze.

La reazione della Cina alla misura statunitense

Il portavoce Lin Jian ha espresso la ferma opposizione della Cina nei confronti della nuova politica delle Poste Usa, dichiarando che Pechino “adotterà tutte le misure necessarie per salvaguardare diritti e interessi legittimi delle sue aziende”. Questa affermazione rappresenta un chiaro segnale di quanto la Cina consideri il commercio internazionale essenziale per il suo sviluppo economico. La capacità di esportare beni in mercati come quello statunitense è fondamentale per molte aziende cinesi, da quelle piccole e medie a quelle più grandi.

Le spedizioni bloccate rappresentano un ulteriore indizio di deterioramento delle relazioni diplomatiche e commerciali tra Cina e Stati Uniti, due nazioni che già si trovano in una fase di competizione intensa su vari fronti, dall’economia alla tecnologia. Le reazioni del governo cinese sembrano puntare a proporre un’alternativa a queste tensioni, cercando di preservare i legami commerciali.

Il contesto della decisione di Trump

La decisione delle Poste Usa è direttamente legata al decreto esecutivo emanato dall’ex presidente Donald Trump, che ha introdotto dazi del 10% sui beni cinesi. Questa iniziativa ha portato all’eliminazione della scappatoia ‘de minimis’, che fino a ora aveva consentito l’esenzione doganale per le spedizioni con un valore inferiore agli 800 dollari. In buona sostanza, questa modifica normativa comporta che anche pacchi di valore inferiore possano ora incorrere in dazi significativi, inasprendo ulteriormente il clima di scambio commerciale.

A questo cambiamento normativo si sommano altri fattori, come le preoccupazioni legate alla sicurezza nazionale che hanno spinto Washington a considerare con attenzione ogni forma di trasferimento merci dalla Cina, un paese percepito come concorrente strategico. Queste misure, adottate per garantire la sicurezza economica e politica degli Stati Uniti, potrebbero ulteriormente influenzare il mercato e le dinamiche del commercio globale.

Possibili conseguenze per le aziende cinesi

Le aziende cinesi potrebbero subire gravi inconvenienti a causa della scelta delle Poste Usa. La nuova normativa non solo aumenta i costi di spedizione, ma potrebbe anche disincentivare il commercio con gli Stati Uniti. Le piccole e medie imprese, in particolare, che si appoggiano su spedizioni immediate per concorrere nei mercati esteri, si trovano di fronte a sfide senza precedenti. Sforzi e investimenti fatti per entrare nel mercato americano potrebbero rivelarsi vani a causa di questa inattesa barriera.

Inoltre, ci si aspetta che, per rispondere a queste difficoltà, le aziende cinesi possano cercare alternative, come l’apertura di canali distributivi tramite paesi terzi o l’aumento della produzione locale per evitare ulteriori dazi. Queste strategie non solo potrebbero richiedere investimenti ulteriori, ma anche maggiore pianificazione logistica, modificando in modo significativo i modelli commerciali già esistenti.

La misura delle Poste Usa alimenta un ciclo di tensioni che influenzeranno non solo le relazioni bilaterali, ma anche il commercio internazionale, con ricadute che si estenderanno ben oltre i confini nazionali.

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