Un disegno di legge presentato al Senato dalla Lega ha riacceso il dibattito sull’appartenenza dell’Italia all’Organizzazione mondiale della sanità . Questo provvedimento arriva in un contesto di crescente criticità nei confronti dell’agenzia internazionale, anche a seguito della decisione degli Stati Uniti di ritirarsi dall’Oms durante la presidenza di Donald Trump.
La posizione della Lega sul tema Oms
Durante una conferenza stampa tenutasi a Montecitorio, i rappresentanti della Lega, il senatore Claudio Borghi e il deputato Alberto Bagnai, hanno illustrato le motivazioni che spingono il loro partito a richiedere l’uscita dell’Italia dall’organizzazione. È stata espressa la speranza di un’ampia condivisione da parte degli alleati politici su questo tema. Borghi ha sottolineato come ci sia un dialogo attivo con i partner politici riguardo all’Oms e ha ringraziato il senatore di Fratelli d’Italia, Malan, per il suo contributo nel costruire una posizione che non fosse scontata nell’ultima assemblea dell’organizzazione. Qui, la discussione riguardava il trattato pandemico, che non è stato approvato, dando ulteriore impulso al dibattito interno.
Il disegno di legge proposto dalla Lega mira ad abrogare un decreto legislativo del 1947 che vincola l’Italia all’Oms. Borghi ha annunciato che il testo verrà presentato anche alla Camera dei deputati e ha manifestato l’intenzione di sollecitarne una discussione rapida. In aggiunta, il senatore ha menzionato un emendamento presentato nella legge Milleproroghe, che potrebbe consentire un’uscita immediata dall’Oms. Questo approccio, descritto come un atto “provocatorio”, intende sollevare questioni relative al permanere dell’Italia in un’organizzazione percepita come sempre più contestata.
I potenziali effetti sul panorama politico italiano
La possibilità di un’uscita dall’Oms non è solo una questione sanitaria, ma si inserisce in un contesto politico più ampio. Borghi ha esortato le opposizioni a unirsi a questa proposta, sottolineando la necessità di coesione tra tutte le forze politiche che si dichiarano atlantiste. Questo appello evidenzia la volontà della Lega di ampliare la propria base di consenso, mirando a una riflessione collettiva su scelte che potrebbero avere un impatto duraturo nei rapporti internazionali dell’Italia.
L’atteggiamento della Lega sull’Oms potrebbe influenzare le dinamiche di alleanza e opposizione, portando a una rivalutazione della posizione italiana nei confronti di istituzioni internazionali e degli obblighi ad esse connessi. In un periodo in cui la gestione delle pandemie e della salute pubblica globale è sotto i riflettori, la decisione di allontanarsi da un ente come l’Oms solleva interrogativi su quali alternative possano esserci e su come l’Italia potrebbe affrontare future emergenze sanitarie.
Il contesto internazionale e le reazioni all’iniziativa
La proposta Lega di uscire dall’Oms trova il suo contesto anche nelle recenti decisioni di altri paesi, come gli Stati Uniti, che hanno già fatto un passo indietro rispetto all’agenzia. La gestione delle politiche sanitarie globali è un tema che ha ricevuto crescente attenzione e critica, soprattutto tra coloro che ritenevano che l’Oms non sia stata sufficientemente efficace durante la crisi pandemica. Queste dinamiche potrebbero dare origine a un effetto domino, in cui altri paesi potrebbero considerare un’uscita simile, rinnovando le discussioni sulle competenze e il ruolo delle organizzazioni internazionali.
Mentre cresce l’interesse su come procedere in tema di sanità pubblica, le reazioni a questa proposta non si sono fatte attendere. Diversi esperti e analisti hanno messo in evidenza i rischi legati a una potenziale disconnessione dall’Oms, avvertendo che uscire da un’agenzia dedicata alla sanità globale potrebbe compromettere gli sforzi internazionali per la gestione delle crisi sanitarie. Il dibattito si estende quindi oltre le aule parlamentari, coinvolgendo la società civile in un confronto su come l’Italia debba gestire le proprie responsabilità internazionali nel settore della salute.
Mentre la Lega si prepara a spingere per il suo disegno di legge, la questione rimane aperta, con il panorama politico e le politiche sanitarie italiane che potrebbero subire significativi cambiamenti nei prossimi mesi.