Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha comunicato che le forze armate di Israele, l’IDF, resteranno nella regione di Hermon in Siria, occupata dopo il collasso del regime di Assad. Questa decisione si inserisce in un contesto di instabilità regionale, dove la sicurezza è di vitale importanza ed è stata ufficializzata da Channel 12, un’importante emittente televisiva israeliana.
Una permanenza strategica nelle zone contese
Secondo quanto riportato, la permanenza dell’IDF nella zona siriana di Hermon sarà garantita almeno fino alla fine del 2025. Tale periodo è stato stabilito in considerazione delle attuali valutazioni riguardo alla sicurezza e alla situazione politica in Siria, che secondo le autorità israeliane dovrebbe mostrare segni di stabilizzazione entro la fine dell’anno prossimo. Questo implica che vi sono speranze che si possano verificare sviluppi positivi, che potrebbero includere il riconoscimento e il rispetto degli accordi di separazione delle forze sottoscritti nel 1974.
Nel contesto attuale, l’IDF mantiene un alto livello di allerta, data la presenza di attori regionali che potrebbero minacciare la stabilità della zona. L’occupazione del Monte Hermon, area strategica per Israele, permette al paese di garantire un certo controllo su una regione complessa e politicamente instabile come quella siriana.
La visita di Netanyahu e le dichiarazioni sulla sicurezza
Durante una visita sul versante siriano del Monte Hermon, Netanyahu ha chiarito che la presenza delle forze israeliane rimarrà una priorità fino a quando non sarà trovato un accordo alternativo che possa garantire in modo duraturo la sicurezza di Israele. Questa affermazione sottolinea la determinazione di Israele a proteggere i propri confini ed interessi nazionali, in un periodo in cui la sicurezza regionale è incerta e molti gruppi militanti continuano a operare senza freni.
Le parole di Netanyahu non solo vogliono rassicurare l’opinione pubblica israeliana riguardo alla sicurezza, ma anche inviare un messaggio chiaro agli attori internazionali sul fatto che Israele non intende ritirarsi da territori considerati cruciali fino a quando la situazione non emergerà sotto un controllo più favorevole.
Il contesto geopolitico
Avere il controllo su Hermon permette a Israele di monitorare diversi sviluppi sul campo e di contendersi un territorio che, data la sua posizione altimetrica, offre vantaggi strategici significativi. Con l’instabilità in Siria, la possibilità di una ripresa delle ostilità con gruppi armati vicino ai confini israeliani resta alta. In questo scenario, il Monte Hermon verrà probabilmente visto come un bastione per la sicurezza israeliana, consentendo al paese di mantenere una sorveglianza attenta su eventuali attacchi.
In aggiunta, il contesto geopolitico è complicato da numerose tensioni tra le diverse potenze militari e politiche operanti in Siria. Le dinamiche di alleanze e rivalità tra diverse fazioni all’interno del paese e i loro sostenitori esterni continuano a cambiare rapidamente. La posizione israeliana, in questo frangente, pone Israele in una situazione di attenta osservazione e prontezza, mirando a garantire un equilibrio di sicurezza difficile ma necessaria.
L’attuazione di questa strategia durerà quindi per un altro anno e potrà influenzare pesantemente le relazioni di Israele con la Siria e gli altri paesi limitrofi.