Al centro del congresso alla Camera, l’esperienza del prof. Alexandre e l’urgenza di un nuovo approccio integrato al dolore cronico
8 milioni di italiani convivono con il mal di schiena cronico, una condizione che colpisce il 40% delle persone in età lavorativa, spesso sotto forma di lombosciatalgia, patologia tra le più invalidanti per la qualità della vita. Solo nella città di Roma si stimano oltre 400.000 casi. L’impatto economico è devastante: 11,2 miliardi di euro annui, equivalenti al 9,6% della spesa pubblica sanitaria.
Se ne è discusso il 3 luglio 2025 nel corso del congresso “Lombosciatalgia – emergenza globale”, svoltosi presso la Camera dei Deputati. A promuovere l’evento è stato Alberto Alexandre, neurochirurgo di fama internazionale, fondatore e direttore sanitario dell’EUNI – European Neurosurgical Institute di Treviso.
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Le nuove terapie mininvasive che riducono costi e dolore
Il professor Alexandre ha illustrato l’efficacia di trattamenti mininvasivi come la neurolisi endoscopica e l’ozonoterapia, sperimentati all’Ospedale di Lodi in collaborazione con il direttore generale Piergiorgio Spaggiari. Queste terapie hanno dimostrato di migliorare il benessere dei pazienti e favorire il loro reintegro lavorativo, riducendo i tempi di recupero e i costi assistenziali.
La diagnosi: un puzzle complesso da risolvere con precisione
Al congresso sono intervenuti anche Massimiliano Visocchi, neurochirurgo del Policlinico Gemelli di Roma, e Raoul Saggini, fisiatra dell’Università e-Campus, che hanno ribadito l’importanza di cure appropriate basate su diagnosi multidisciplinari. La valutazione deve includere sia sintomi soggettivi che riscontri oggettivi (RMN, TAC, radiografie, esami elettromiografici), per identificare il trattamento più efficace.
Un problema mondiale in costante crescita
Secondo le stime Istat e del Ministero della Salute, circa l’80% degli italiani ha sperimentato almeno una volta la lombalgia. Nel mondo, nel 2020, la prevalenza è aumentata del 60% rispetto al 1990 e le proiezioni per il 2050 parlano di 843 milioni di casi. Si tratta della prima causa di disabilità globale e di accesso agli ambulatori di medicina generale.
Le conseguenze sono spesso drammatiche: le persone che convivono con dolore cronico hanno maggiori probabilità di abbandonare il lavoro, vivere situazioni di povertà, accumulare meno risparmi e sviluppare altre patologie. Inoltre, a distanza di un anno, il 20% dei pazienti resta sintomatico, e il 3% è ancora assente dal lavoro.
L’approccio dell’OMS: cura centrata sulla persona
Le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità promuovono un modello di assistenza olistico e integrato, che rispetti la dignità del paziente, sia non stigmatizzante e tenga conto delle esigenze individuali. Come sottolineato dall’OMS, “affrontare la lombalgia cronica richiede un approccio personalizzato e multidimensionale”.
L’Italia e il futuro della chirurgia rigenerativa
Nel nostro Paese si eseguono circa 30.000 interventi all’anno per ernia del disco lombare, con una media di 5,1 interventi ogni 10.000 persone. Intervenire precocemente con tecniche moderne consente risparmi economici significativi e un rapido recupero funzionale dei pazienti.
Il prof. Alexandre, con oltre trent’anni di carriera tra Nord e Sud America, è membro della Fondazione mondiale di neurochirurgia e docente all’Università di Siena. La sua visione – che unisce rispetto anatomico, tecnologie biochimiche e tecniche endoscopiche mininvasive – si sta affermando come modello per un approccio sostenibile alla patologia spinale.