Luciano Buonfiglio si fa avanti: la corsa per la presidenza del CONI si accende

Luciano Buonfiglio annuncia la sua candidatura alla presidenza del CONI, mentre l’incertezza sulla ricandidatura di Giovanni Malagò crea preoccupazione nel panorama sportivo italiano in vista delle elezioni.
Luciano Buonfiglio si fa avanti: la corsa per la presidenza del CONI si accende - Tendenzediviaggio.it - Foto generata con AI

Il panorama sportivo italiano sta attraversando un periodo di incertezze legato alle recenti dichiarazioni di Luciano Buonfiglio, presidente della Federazione Italiana Canoa e Kayak. Durante un’intervista telefonica con l’ANSA, Buonfiglio ha espresso il suo interesse a candidarsi per la presidenza del CONI in vista delle elezioni del 26 giugno. Questo scenario si complica a causa della possibile incapacitĂ  di Giovanni Malagò, attuale presidente, a presentarsi nuovamente per la carica.

La situazione attuale del CONI

Le elezioni per la presidenza del CONI rappresentano un momento cruciale per il movimento sportivo in Italia. Giovanni Malagò, in carica dal 2013, ha contribuito a numerosi sviluppi nel settore, ma le nuove regole potrebbero impedirgli di ricandidarsi. Se non ci saranno cambiamenti, sarĂ  la prima volta dal suo insediamento che il presidente non potrĂ  ripresentarsi per un nuovo mandato. Queste incertezze hanno spinto Buonfiglio a valutare l’eventualitĂ  di una sfida, sottolineando l’importanza di avere una guida stabile e coerente in questo periodo di transizione.

Nel corso degli anni, Malagò ha affrontato sfide complesse, gestendo situazioni che hanno richiesto una leadership forte e lungimirante. Tuttavia, il suo futuro alla guida del CONI è ora in discussione. Questo clima di incertezza potrebbe generare confusione e fraintendimenti tra le diverse federazioni sportive, creando un ambiente poco rassicurante per gli atleti e gli sportivi italiani.

Le intenzioni di Buonfiglio tra unitĂ  e dialogo

Luciano Buonfiglio, 74 anni e al timone della Federazione Canoa dal 2005, ha chiarito che la sua candidatura non nasce da una volontà di conflitto, ma dal desiderio di promuovere un dialogo costruttivo nel mondo dello sport. Ha evidenziato come sia fondamentale lavorare per l’unità e la collaborazione tra le varie federazioni, evitando scontri e polemiche. Questa apertura al dialogo è una chiave per affrontare le sfide future, creando un ambiente dove le idee possano fluire liberamente e dove ogni voce possa essere ascoltata.

Secondo Buonfiglio, “le federazioni e le forze sportive devono essere al centro dell’attenzione, non relegati in secondo piano da dispute interne o interessi personali.” L’accento sul confronto aperto, piuttosto che sul conflitto, rappresenta un approccio nuovo che potrebbe arrestare l’emergere di incertezze e malintesi. La volontĂ  di costruire ponti tra le varie realtĂ  sportive è un segnale chiaro della sua intenzione di rendere il sistema sportivo italiano piĂą coeso e collaborativo.

La preoccupazione per il tempo che scorre

Un elemento chiaramente evidente nelle parole di Buonfiglio è la preoccupazione per il passare del tempo. Le elezioni si avvicinano rapidamente e, con esse, la necessità di stabilire una direzione chiara per il futuro. La sua intenzione di candidarsi, qualora Malagò non fosse in grado di farlo, prospetta un cambiamento significativo nella leadership del CONI.

Buonfiglio ha sottolineato che “la confusione e l’incertezza non sono opzioni praticabili.” La trasparenza e la comunicazione devono essere fattori centrali nella gestione delle relazioni tra federazioni e atleti. La sua positivitĂ  nel sostenere Malagò, se potesse continuare, dimostra anche un impegno a mantenere continuitĂ  e stabilitĂ  nel sistema sportivo. Il suo approccio da persona equilibrata si riflette nelle sue affermazioni, “incoraggiando un clima di apertura.”

Le consultazioni con colleghi nel settore sportivo si sono giĂ  avviate, e questo rende l’idea che, a prescindere dall’esito delle elezioni, c’è spazio per un miglioramento radicale nel dialogo interno e nel confronto proattivo. La sfida che si presenta non è solo quella di una carica direttiva, ma quella di ripensare e rinnovare le modalitĂ  con cui il mondo sportivo italiano si rapporta.

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