Maxifrode fiscale nel settore automotive: scoperti affari non dichiarati per oltre 42 milioni di euro

Operazione “Greasyhands”: la Guardia di Finanza smaschera una frode fiscale da oltre 42 milioni di euro nel settore automotive a Matera, con 14 arresti e sequestro di merce contraffatta.
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Una recente operazione della Guardia di Finanza ha portato alla luce una imponente frode fiscale che riguarda un’impresa operante nel settore automotive nella provincia di Matera. Gli inquirenti hanno accertato affari non dichiarati per un valore superiore ai 42 milioni di euro, insieme a un’evasione dell’imposta sul valore aggiunto che ammonta a oltre 9,3 milioni di euro. L’indagine, denominata “Operazione Greasyhands”, è stata coordinata dall’Ufficio di Torino della Procura europea e ha già portato, nei mesi scorsi, a 14 arresti.

Schema della frode e recupero di prove

La frode scoperta dai finanzieri mette in evidenza un sistema di occultamento di documenti e fatture, attraverso il quale l’impresa è riuscita a non dichiarare un’enorme quantità di vendite. Secondo le informazioni emerse, l’azienda materana avrebbe omesso di registrare le transazioni relative a ingenti quantitativi di olio lubrificante e di ricambi per autoveicoli. La Guardia di Finanza ha chiarito, tramite un comunicato ufficiale, che solo una frazione delle vendite risultava registrata tra le fatture emesse dall’azienda.

Le indagini hanno avuto origine da rilievi monitorati dall’ufficio in questione, che ha permesso di raccogliere prove determinanti riguardo le operazioni sospette. Questo ha implicato il tentativo di accedere a dati contabili e documentazioni aziendali, con l’obiettivo di ricostruire i flussi finanziari e le vendite effettive, molte delle quali non corrispondevano a quanto dichiarato. Gli approfondimenti hanno rivelato un disegno ben articolato che mette in discussione la correttezza delle operazioni commerciali della società coinvolta.

Sequestro di beni e misure preventive

Come parte della operazione, le forze dell’ordine hanno proceduto al sequestro di una notevole quantità di merce illegale. Sono state bloccate circa 450 tonnellate di olio lubrificante, insieme a 370 mila pezzi di ricambio per autovetture che risultavano contraffatti. Il sequestro non solo dimostra l’entità del giro d’affari illecito, ma rappresenta anche un’importante azione di polizia economico-finanziaria tesa a difendere il mercato e i consumatori. L’olio lubrificante e i ricambi per veicoli, di per sé già soggetti a normative di sicurezza molto stringenti, sono stati smascherati come parte di un’operazione più vasta di frode e contraffazione.

Le conseguenze del sequestro si estendono oltre il singolo caso dell’azienda coinvolta, ponendo interrogativi sulla salute dell’intero settore automotive in una regione già provata da crisi economiche e difficoltà di mercato. Le indagini sono ancora in corso e si prevede che ulteriori sviluppi possano emergere nelle prossime settimane.

Azioni legali e responsabilità

Con l’operazione avviata, i responsabili della frode fiscale saranno chiamati a rispondere delle loro azioni di fronte alla legge. L’accusa di evasione fiscale non è il solo reato di cui dovranno rispondere, poiché è stata anche avviata una procedura per la violazione delle norme sulla contraffazione e messa in commercio di beni non conformi. Gli arresti effettuati nei mesi precedenti rappresentano un passo verso la responsabilizzazione degli attori coinvolti in questa maxi frode, sottolineando la ferma determinazione delle autorità di perseguire i trasgressori.

La Procura europea, in coordinamento con le forze di polizia italiane, sta monitorando attivamente la situazione e monitorerà anche eventuali ulteriori sviluppi che potrebbero emergere da investigazioni correlate. Questo caso avrà sicuramente ripercussioni significative sia per l’azienda coinvolta sia per il più ampio contesto dell’economia locale, ponendo l’accento sull’importanza di una condotta commerciale trasparente e responsabile.