Maxisbarco con 573 migranti sbarca a Lampedusa: accordo Italia-Albania discusso oggi in Cdm

Nuovo arrivo di migranti a Lampedusa: 573 persone sbarcate su un unico barcone. Questa nuova ondata di arrivi dalla Libia si verifica proprio mentre il governo sta lavorando alla ratifica del memorandum Italia-Albania sui migranti, che sarà presentato in Consiglio dei ministri e poi in Parlamento.

Il salvataggio

Le motovedette della Guardia costiera hanno soccorso un peschereccio al largo di Lampedusa, con a bordo 573 migranti, tra cui 4 donne e 2 minori. Il gruppo, partito dalla Libia, è stato trasferito all’hotspot di contrada Imbriacola, che era completamente vuoto dal venerdì sera. L’ultimo sbarco sull’isola è avvenuto il 22 novembre.

I paesi di origine dei migranti

I migranti soccorsi dalle motovedette della Guardia costiera, insieme alla Guardia di finanza e alle unità svedesi di Frontex, provengono dalla Siria, dall’Egitto, dal Bangladesh, dal Pakistan e dall’Etiopia. Attualmente, vengono ascoltati dalla Squadra Mobile della Questura di Agrigento, che è presente all’hotspot tutto l’anno, al fine di ricostruire il percorso di partenza dalla Libia e, soprattutto, di identificare i responsabili del peschereccio.

Ratifica dell’accordo Italia-Albania sui migranti oggi in Consiglio dei ministri

Oggi, 27 novembre, verrà presentato in Consiglio dei ministri il disegno di legge di ratifica dell’accordo Italia-Albania sui migranti, siglato da Giorgia Meloni ed Edi Rama. A partire dalla primavera 2024, i migranti salvati nel Mediterraneo dalle navi italiane verranno trasferiti in Albania. L’obiettivo è scoraggiare le partenze e il traffico di esseri umani, oltre a alleggerire gli hotspot come quello di Lampedusa. Il disegno di legge conterrà anche le disposizioni di spesa per attuare l’accordo.

Due strutture finanziate dall’Italia

Questo accordo, che è stato essenzialmente concluso durante un incontro tra i due leader in Albania lo scorso agosto, prevede che l’Italia utilizzi il porto di Shengjin, vicino a Bari, e l’area di Gjader, a 20 chilometri nell’entroterra, per costruire due strutture a proprie spese entro la primavera: una per le procedure di sbarco e identificazione e una per l’accoglienza temporanea dei migranti salvati in mare.