Oggi, 20 marzo 2025, la premier italiana Giorgia Meloni è a Bruxelles per partecipare al Consiglio europeo, dove si affronteranno questioni cruciali come la situazione in Ucraina e le tematiche legate alla difesa. Prima della partenza, Meloni ha acceso un acceso dibattito alla Camera dei Deputati, provocando reazioni forti da parte delle opposizioni. Nel suo intervento, ha messo in discussione alcuni punti del Manifesto di Ventotene, un documento ritenuto fondamentale per l’Unione Europea, dichiarando con fermezza: “Non è la mia Europa.”
Le tensioni sono salite al punto da costringere la presidenza della Camera a sospendere la seduta per ben due volte, a causa delle proteste del Partito Democratico e di altre forze politiche. Dopo aver delineato la posizione del governo al Senato, Meloni ha ribadito alla Camera l’importanza di mantenere unito il fronte occidentale, sottolineando l’urgenza di risolvere il problema dei dazi per evitare una guerra commerciale con gli Stati Uniti che potrebbe danneggiare ulteriormente l’Italia.
Il conflitto in Ucraina
Il conflitto in Ucraina rimane un tema centrale nel dibattito politico europeo. Meloni ha commentato la recente lunga telefonata tra il presidente statunitense Donald Trump e il leader russo Vladimir Putin, definendola un possibile punto di svolta nella guerra che da anni affligge l’est europeo. “C’è una ipotesi di cessate il fuoco parziale, limitato a infrastrutture strategiche,” ha affermato, evidenziando un potenziale spiraglio di pace. La premier ha espresso il suo sostegno agli sforzi di Trump, definendolo “un leader forte e autorevole” capace di garantire una pace duratura.
Meloni ha anche provocato la segretaria del PD, Elly Schlein, chiedendo cosa intendesse dire quando affermava che Trump non potrà mai essere un alleato. La premier ha ribadito la sua convinzione che, grazie a Trump, non si assisterà a “scene di debolezza occidentale” come quelle viste in Afghanistan. In questo contesto, Meloni ha proposto di estendere all’Ucraina una “struttura” ispirata all’Articolo 5 della NATO, senza che il Paese debba entrare formalmente nell’Alleanza Atlantica, suggerendo che questo potrebbe rivelare le reali intenzioni della Russia.
Il caso sul Manifesto di Ventotene
Il dibattito si è intensificato quando Meloni ha criticato l’idea di Europa sostenuta dalla sinistra, distaccandosi da alcuni passaggi del Manifesto di Ventotene, redatto da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni. In particolare, ha contestato l’idea di una “rivoluzione europea” di stampo socialista e l’abolizione della proprietà privata. Le opposizioni, tra cui PD, Movimento 5 Stelle, Italia Viva, Azione e Alleanza Verdi e Sinistra, hanno accusato Meloni di strumentalizzare la memoria europea per nascondere le divisioni interne alla sua maggioranza.
Elly Schlein ha attaccato la premier, affermando che “Meloni oltraggia la memoria europea.” Al contrario, i membri di Fratelli d’Italia hanno accolto con entusiasmo le dichiarazioni della loro leader, con Carlo Fidanza che ha esultato per la sua posizione, affermando che Meloni ha “sbriciolato uno degli ultimi feticci della sinistra.” Anche Nicola Procaccini, co-presidente del gruppo ECR, ha commentato: “Oggi è caduto il muro di Berlino, anche in Italia.”
Il riarmo europeo
Un’altra questione delicata che Meloni dovrà affrontare è quella del riarmo europeo, al centro del maxi-piano presentato dalla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. La premier ha espresso il suo sostegno all’aumento degli investimenti militari a livello europeo, ma ha anche sollevato alcune riserve. “Ho chiesto di chiarire cosa si intenda per spese di difesa,” ha affermato, sottolineando che la sicurezza coinvolge anche questioni come le materie prime critiche e la lotta al terrorismo, che non possono essere risolte semplicemente acquistando armi.
In questo contesto, la posizione della Lega si rivela cruciale, poiché il partito ha manifestato una forte opposizione al piano di von der Leyen. Riccardo Molinari, capogruppo leghista alla Camera, ha dichiarato: “L’Italia non approverà una risoluzione che conferisca a Meloni il mandato per sostenere il ReArm Eu.” Anche Matteo Salvini, segretario della Lega, ha ribadito che Meloni ha il compito di difendere gli interessi nazionali italiani, affermando che le proposte discusse a Bruxelles non sono nell’interesse dell’Italia.
D’altro canto, Antonio Tajani, segretario di Forza Italia e ministro degli Esteri, ha espresso una posizione diversa, affermando che Meloni ha il pieno mandato del suo partito per approvare il piano di sicurezza di von der Leyen. Domani, i leader europei si riuniranno a Bruxelles per discutere di competitività , della situazione in Ucraina e delle future iniziative in materia di difesa, proseguendo il lavoro iniziato nel Consiglio europeo straordinario del 6 marzo. Meloni potrebbe arrivare in serata per incontrare gli eurodeputati di Fratelli d’Italia.