Preoccupazioni sulla violenza giovanile
Flaminia Bolzan, una delle criminologhe più rinomate, ha recentemente sollevato un campanello d’allarme riguardo al crescente fenomeno della violenza tra i giovani, con particolare riferimento agli episodi che vedono coinvolti minori armati di coltelli. La sua analisi si è focalizzata su un tragico evento accaduto a Frascati, nei pressi di Roma, dove un ragazzo è stato accoltellato. Questo fatto si inserisce in una serie di incidenti che pongono interrogativi sulla percezione della violenza tra le nuove generazioni.
Una percezione distorta della violenza
Bolzan ha evidenziato come i giovani di oggi considerino i coltelli non solo come armi, ma quasi come un “accessorio” per la difesa personale. Questo modo di pensare, secondo la criminologa, riflette una generazione incapace di comprendere appieno le conseguenze delle proprie azioni. “L’età dei ragazzi che utilizzano coltelli è diminuita”, ha dichiarato, mettendo in luce che molti di loro non percepiscono la gravità della situazione. In questo contesto, la violenza diventa una reazione immediata a emozioni che non vengono elaborate in modo razionale.
Bolzan ha anche sottolineato un elemento cruciale: il disagio psicologico che ha colpito i giovani a seguito della pandemia di Covid-19. Questo malessere si traduce in una ridotta capacità di socializzazione e nella difficoltà di riconoscere e gestire le proprie emozioni. “Le emozioni vengono agite laddove il filtro del pensiero sembra essere inesistente”, ha spiegato, aggiungendo che il senso di responsabilità tra i giovani è estremamente fragile.
Le conseguenze di un’educazione carente
La criminologa ha inoltre discusso dell’importanza di un’educazione emotiva per i giovani, sottolineando che è fondamentale insegnare loro a relazionarsi in modo sano e costruttivo, evitando comportamenti aggressivi. La mancanza di strumenti adeguati per affrontare le proprie emozioni può condurre a reazioni impulsive e violente. Bolzan ha quindi esortato a riflettere su come la società possa intervenire per supportare i ragazzi in questo processo di crescita.
In un contesto in cui la violenza sembra essere sempre più diffusa tra i minori, è cruciale che istituzioni e famiglie collaborino per affrontare il problema. La criminologa ha concluso il suo intervento sottolineando l’urgenza di un cambiamento culturale profondo, che parta dall’educazione e dalla sensibilizzazione, per prevenire ulteriori episodi di violenza tra i giovani.
La situazione attuale richiede un’attenzione particolare, non solo da parte delle forze dell’ordine, ma anche da educatori e genitori, affinché si possa costruire un futuro in cui i giovani possano esprimere le loro emozioni senza ricorrere alla violenza.