Critiche di Mirabelli al ddl Franceschini
Cesare Mirabelli, ex presidente della Corte Costituzionale, ha manifestato forti riserve riguardo al ddl Franceschini, un disegno di legge che propone di conferire ai figli esclusivamente il cognome materno. Secondo Mirabelli, tale iniziativa non solo ribalterebbe l’attuale situazione, ma darebbe vita a una nuova forma di disuguaglianza. Le sue osservazioni sono state espresse in un’intervista rilasciata all’Adnkronos il 25 marzo 2025.
Obiettivi del ddl
Il ddl, presentato da un esponente del Partito Democratico, intende modificare il Codice Civile, attualmente in vigore, che prevede l’attribuzione del cognome paterno ai figli. Mirabelli evidenzia che il provvedimento si espone alle stesse critiche di illegittimità che avevano già colpito la normativa precedente, la quale imponeva il cognome del padre. La Corte Costituzionale, con la sentenza 131, aveva stabilito che l’obbligo di trasmettere solo il cognome paterno era incostituzionale, e ora il ddl Franceschini potrebbe affrontare problematiche simili.
Previsioni sul futuro del ddl
Mirabelli non ha dubbi: “Il ddl Franceschini sarà criticabile e impugnabile per illegittimità costituzionale se mai dovesse arrivare al traguardo. Ma credo che, probabilmente, già nell’iter legislativo, dopo che la Commissione Affari Costituzionali ne valuterà la costituzionalità in chiave politica, il ddl sarà bloccato. Non arriverà in Aula”. Questa affermazione mette in evidenza una certa sfiducia nella capacità del disegno di legge di superare le fasi necessarie per diventare legge.
Il rischio di nuove disuguaglianze
Il presidente emerito ha inoltre sottolineato che “una diseguaglianza non si sana capovolgendola e introducendone un’altra”. Secondo lui, il ddl rappresenta più un gesto simbolico che un reale progresso verso la parità . Mirabelli ha chiarito che la questione del cognome è intrinsecamente legata all’identità familiare e sociale dell’individuo. La Corte ha stabilito che il cognome deve riflettere l’uguaglianza e la dignità dei genitori. Pertanto, un eventuale accordo tra i genitori per attribuire un solo cognome deve basarsi su una regola che ripristini la parità , senza la quale non ci sarebbero le condizioni per un autentico accordo.
Sentenza della Corte Costituzionale
La sentenza 131 della Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità dell’articolo 262, primo comma, del Codice Civile, nella parte in cui stabilisce che il figlio assume il cognome del padre in caso di riconoscimento simultaneo da parte di entrambi i genitori. La Corte ha stabilito che i figli dovrebbero assumere i cognomi dei genitori nell’ordine concordato, a meno che non ci sia un accordo diverso al momento del riconoscimento.