Monitoraggio termico dai dati della ISS per prevedere i terremoti nei Campi Flegrei

nuovo metodo di monitoraggio sismico nei campi flegrei sfrutta dati termici della stazione spaziale per prevedere terremoti e migliorare la sicurezza nelle aree a rischio
"Monitoraggio termico dalla ISS per la previsione dei terremoti nei Campi Flegrei" "Monitoraggio termico dalla ISS per la previsione dei terremoti nei Campi Flegrei"
monitoraggio termico dalla iss per la previsione dei terremoti nei campi flegrei nel 2025

Un team di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha recentemente introdotto un approccio innovativo per il monitoraggio sismico nei Campi Flegrei, un’area rinomata per la sua intensa attività vulcanica. Sfruttando i dati termici forniti dallo strumento ECOSTRESS, installato sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS), gli scienziati sono riusciti a identificare variazioni di temperatura che potrebbero anticipare eventi sismici significativi. Questo studio, pubblicato su *Remote Sensing Letters*, rappresenta un importante passo avanti nella previsione dei terremoti.

Un’innovazione tecnologica per la previsione sismica

Il metodo messo a punto dai ricercatori si basa sulle capacità del sensore NASA-JPL ECOSTRESS, che fornisce stime della temperatura superficiale con una risoluzione spaziale di circa 70 metri e una frequenza di campionamento di tre giorni. Analizzando due serie storiche di dati termici raccolti tra il 2021 e il 2024 nelle aree della Solfatara, gli scienziati hanno potuto confrontare le anomalie termiche con i principali eventi sismici registrati nella zona. Questo approccio ha dimostrato che le variazioni di temperatura possono fungere da indicatore precoce di attività sismica.

Risultati sconvolgenti e rilevazioni anomale

Durante l’analisi, i ricercatori hanno registrato aumenti di temperatura fino a 7°C che hanno preceduto terremoti di maggiore intensità. Ad esempio, un incremento di 5°C è stato osservato tre giorni prima del terremoto di magnitudo 4.4 avvenuto il 17 maggio 2024. Alessandro Piscini, primo autore dello studio, ha affermato: “Abbiamo rilevato variazioni anomale di temperatura nella zona di emissione della Solfatara che hanno preceduto alcuni terremoti, con un anticipo che va da pochi giorni a poche settimane”.

Correlazioni statistiche e attività vulcanica

L’analisi ha impiegato due metodi statistici distinti per confermare la correlazione tra le anomalie termiche e l’attività sismica. Inoltre, è stato notato un aumento del valore medio della differenza di temperatura negli ultimi anni, un segnale che si allinea con altri indicatori di attività vulcanica, come il bradisismo e l’emissione di anidride carbonica. Cristiano Fidani, co-autore della ricerca, ha commentato: “Le anomalie in temperatura evidenziate attraverso due analisi statistiche differenti ci rendono più fiduciosi riguardo il possibile legame tra la fluttuazione di temperatura superficiale e l’attività sismica dell’area”.

Con questo studio, i ricercatori dell’INGV non solo hanno aperto nuove strade per la previsione dei terremoti, ma hanno anche evidenziato l’importanza della tecnologia spaziale nel monitoraggio delle dinamiche terrestri. La speranza è che, grazie a questi avanzamenti, si possano sviluppare sistemi di allerta più efficaci per la popolazione che vive in zone ad alto rischio sismico come i Campi Flegrei.

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