Necessaria una rivoluzione sostenibile per la filiera automotive: proposte della Cna

La filiera automotive italiana affronta una cruciale transizione verso la sostenibilità, evidenziando il ruolo fondamentale delle micro-imprese e la necessità di investimenti e supporto per un futuro responsabile.
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La transizione della filiera automotive in Italia sta diventando una questione cruciale, non solo per il fiorente settore industriale, ma anche per l’ambiente in cui viviamo. La Cna ha recentemente pubblicato un documento che delinea l’importanza di questa trasformazione e le sfide che le migliaia di aziende del settore devono affrontare. Il focus è sulla necessità di rendere la filiera sostenibile in tutti i suoi aspetti: ambientale, economico, sociale e industriale.

La dimensione della filiera automotive in italia

La filiera automotive italiana è un colosso che conta circa 111mila imprese e 542mila addetti. Questo complesso sistema produttivo include la produzione di veicoli, carrozzerie, componenti e accessori, attività commerciali e servizi di riparazione e manutenzione. È essenziale considerare la sproporzione nella struttura aziendale di questo settore, in cui le micro e piccole imprese svolgono un ruolo preminente. Infatti, esse rappresentano ben l’84% della componentistica, il 92% delle carrozzerie e il 97% della manifattura, contribuendo al contempo a quasi il 30% del fatturato e alla metà degli occupati.

Un aspetto significativo è costituito dal settore dell’autoriparazione, dove le imprese con meno di 10 addetti rappresentano il 96,4% del totale. Questa realtà imprenditoriale è di fondamentale importanza: non solo occupano quasi l’80% degli addetti nel campo, ma contribuiscono anche al 64,7% delle vendite totali. È chiaro che le micro-imprese non sono solo il motore dell’occupazione, ma anche un volano per altre filiere economiche.

L’importanza delle micro-imprese e degli investimenti

Le micro-imprese dell’autoriparazione hanno un impatto maggiore di quanto si possa pensare. Esse generano il 77,2% degli investimenti in beni materiali nel settore e coprono quasi il 64% degli acquisti di beni e servizi essenziali per il loro funzionamento. Queste cifre evidenziano l’importanza di fornire loro il supporto necessario per crescere in un mercato sempre più competitivo e tecnologicamente avanzato.

Per accompagnare la trasformazione tecnologica e produttiva della filiera automotive, la Cna sottolinea l’importanza di un approccio integrato. È necessario un sostegno concreto agli investimenti, non solo per le grandi aziende, ma anche per le piccole e micro imprese. Il potenziamento delle competenze delle risorse umane è altrettanto cruciale, così come la necessità di sviluppare infrastrutture adeguate per supportare la transizione.

Necessità di sostegno alla transizione

Al fine di rendere questa transizione verso la sostenibilità un successo, è imprescindibile l’implementazione di strumenti di sostegno mirati. La Cna segnala l’importanza di orientare gli incentivi economici verso le tecnologie più innovative disponibili sul mercato. Ciò implica non solo un ampliamento della platea di beneficiari, ma anche un allineamento tra l’offerta e la domanda di tecnologie sostenibili.

Il settore automotive, in particolare, deve affrontare cambiamenti radicali legati alla mobilità elettrica, alle energie rinnovabili e alle politiche ambientali. Ciò richiede un impegno costante da parte delle istituzioni e degli attori economici. Investimenti strategici e politiche coerenti possono salvaguardare migliaia di posti di lavoro e al contempo promuovere una crescita responsabile e sostenibile nell’intero comparto.

In sintesi, la filiera automotive italiana si trova a un bivio. La trasformazione richiesta è non solo una necessità, ma un’opportunità per innovare e migliorare, ponendo al centro l’importanza della sostenibilità in tutte le sue forme.