Il ritorno dei Negrita con ‘Canzoni per anni spietati’
La band toscana Negrita si prepara a riconquistare il pubblico con il loro nuovo album, ‘Canzoni per anni spietati’, un’opera che si profila come un forte manifesto di resistenza. Questo atteso progetto, che segna il loro ritorno dopo sette anni dall’ultimo lavoro in studio, sarà disponibile dal 28 marzo 2025 e include nove tracce che mescolano rabbia e disincanto, mantenendo comunque un barlume di speranza per il futuro.
Un album nella realtà attuale
Durante un set acustico a Milano, i membri della band hanno condiviso che l’album è nato dall’esigenza di esprimere la realtà contemporanea, caratterizzata da parole affilate come le sfide quotidiane. “Questo lavoro ha una forte impronta folk“, hanno affermato, sottolineando come le chitarre acustiche abbiano dato vita a una dimensione musicale che raramente avevano esplorato in precedenza. Il folk, infatti, è una parte essenziale della loro storia musicale, risalente agli anni ’40 e riemergente con la potenza di Bob Dylan, che ha influenzato profondamente il loro approccio.
Tributi e ispirazioni
Un omaggio speciale è dedicato a Dylan con il brano ‘Song to Dylan’, in cui i Negrita riconoscono il suo impatto come “il più grande di tutti”. “Dylan ha sempre rappresentato una voce per gli outsider“, hanno commentato, evidenziando come la pandemia di Covid-19 abbia influito sulla loro creatività . “Ci ha costretti a rimanere fermi, ma ci ha anche spinti a riascoltare la musica degli anni ’60, trovando in essa la strada giusta per tornare a scrivere”.
Le canzoni, frutto di un periodo di intensa riflessione, sono emerse quasi spontaneamente, con la band che ha composto un brano ogni cinque giorni. In particolare, il pezzo ‘Nel Blu (Lettera ai Padroni della Terra)’ trae ispirazione da ‘Masters of War’ di Dylan, affrontando il tema dell’avidità dei potenti e della guerra. “Il folk è la base, ma gli arrangiamenti si muovono in direzioni diverse”, hanno spiegato, evidenziando come l’album si configuri come un concept più letterario che musicale.
Una narrazione coerente
Il frontman Pau ha aggiunto che chi ha ascoltato l’album ha notato una nuova naturalezza nella band, frutto di queste influenze folk. “C’è una narrazione continua che accompagna l’ascoltatore dall’inizio alla fine”, ha dichiarato, sottolineando come ogni traccia contribuisca a un flusso narrativo coerente. Un altro omaggio presente nel disco è a Francesco De Gregori, con una reinterpretazione di ‘Viva l’Italia’, che riflette le tensioni sociali e culturali attuali.
Messaggi di gioia e riflessione
Il brano ‘Non si può fermare’, cantato da Drigo, chiude l’album con un messaggio di gioia e rinascita, celebrando l’arrivo della primavera dopo il lockdown. “Sentivamo il cinguettio degli uccelli come mai prima”, hanno raccontato, descrivendo la connessione profonda con la natura. Al contrario, ‘Dov’è che abbiamo sbagliato’ affronta i difetti della loro generazione, interrogandosi su come la rivoluzione digitale abbia cambiato il mondo.
Un’umana unione nella musica
In un contesto sociale che sembra sempre più disumanizzato, i Negrita si pongono come portavoce di un’umanità che cerca di unirsi. “Quando saliamo sul palco, non chiediamo fede politica o religiosa”, hanno dichiarato, evidenziando come la musica possa creare un’energia magica. Un altro brano significativo è ‘Ama o lascia stare’, che affronta il tema dell’odio sui social media, invitando a riflettere sull’importanza dell’amore rispetto all’odio.
Osservazioni sulla nuova generazione
Pau ha anche condiviso le sue osservazioni sulla nuova generazione, sottolineando le difficoltà che affrontano in un mondo complesso e stratificato. “Dovranno sacrificare parte della loro esistenza”, ha affermato, esprimendo fiducia nei giovani e nella loro capacità di trovare un percorso positivo.
Coraggio e determinazione
Con ‘Canzoni per anni spietati’, i Negrita non si limitano a raccontare il presente, ma lo affrontano con coraggio e determinazione. La band è pronta a tornare sul palco dall’8 aprile 2025, trasformando ogni concerto in un rito collettivo di musica e resistenza, portando con sé le speranze e le storie di un anno di vita.