La procura di Trieste ha riaperto il caso di Liliana Resinovich, la donna di 63 anni scomparsa tragicamente il 14 dicembre 2021. Dopo oltre tre anni di indagini, l’attenzione si sposta ora su un elemento cruciale: la verifica degli alibi dei sospettati e l’analisi del Dna. Questo nuovo impulso potrebbe finalmente portare a una svolta decisiva nel caso.
Un’analisi approfondita
Gli investigatori stanno esaminando con grande attenzione gli spostamenti di Liliana nella mattinata del giorno della sua morte. I risultati dell’autopsia indicano che il decesso è avvenuto con alta probabilità tra la colazione e circa quattro ore dopo. I medici legali, tra cui i rinomati esperti Cristina Cattaneo e Stefano Vanin, hanno confermato che la morte è avvenuta in un intervallo di tempo molto specifico, rendendo essenziale la ricostruzione degli ultimi momenti della vittima.
Particolare attenzione è rivolta a sette capelli trovati sugli abiti di Liliana, insieme ad altri reperti biologici, come peli rinvenuti sul corpo e nei sacchetti di plastica in cui è stata avvolta. Questi elementi potrebbero rivelarsi determinanti per identificare l’assassino. La procura sta valutando di richiedere una consulenza per analizzare il Dna di questi reperti, un passo che potrebbe finalmente svelare il mistero che avvolge la morte di Liliana.
La dinamica dell’omicidio
Le indagini hanno portato alla luce dettagli inquietanti sulla modalità di esecuzione del delitto. Liliana sarebbe stata sorpresa alle spalle, e l’assassino le avrebbe stretto il braccio attorno al collo utilizzando una manovra nota come ‘Chokehold’. Questa tecnica, che può non lasciare segni evidenti, è compatibile con una dinamica di soffocamento. Le analisi scientifiche hanno confermato la presenza di lesioni e graffi sul corpo della vittima, suggerendo che ci sia stata una colluttazione tra lei e l’aggressore.
Le evidenze raccolte indicano che Liliana ha tentato di divincolarsi, mentre l’assassino ha cercato di immobilizzarla. Questo scenario complesso, unito alle analisi genetiche in corso, potrebbe fornire nuovi elementi per ricostruire la verità dietro questo tragico evento.
Il futuro delle indagini
Con la procura pronta a richiedere ulteriori analisi genetiche, il caso di Liliana Resinovich potrebbe finalmente registrare un progresso significativo. La ricerca di Dna di terzi su vari reperti, inclusi i sacchetti di plastica e altri oggetti già esaminati, rappresenta un passo fondamentale per fare luce su un mistero che ha scosso la comunità locale.
La speranza è che, attraverso queste nuove indagini, si possano ottenere risposte concrete e giustizia per Liliana e la sua famiglia. La determinazione degli inquirenti e l’innovazione nelle tecniche investigative potrebbero rivelarsi cruciali per chiudere un capitolo oscuro e doloroso della storia di Trieste.