Pecorino Romano DOP: incertezze sui dazi bloccano il mercato e rallentano le vendite

preoccupazioni per il pecorino romano a causa dei dazi statunitensi e rallentamento delle vendite nel mercato internazionale, con impatti significativi sulle strategie produttive del consorzio.
"Immagine di Pecorino Romano DOP con sfondo di mercato, evidenziando le incertezze sui dazi che rallentano le vendite." "Immagine di Pecorino Romano DOP con sfondo di mercato, evidenziando le incertezze sui dazi che rallentano le vendite."
pecorino romano dop: le incertezze sui dazi nel 2025 frenano il mercato e le vendite del formaggio italiano

I recenti sviluppi riguardanti i dazi imposti dall’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, stanno generando preoccupazione all’interno del Consorzio di Tutela del Pecorino Romano, un prodotto DOP di grande valore, originario di regioni italiane come la Sardegna, il Lazio e la provincia di Grosseto. A partire da ottobre 2024, il prezzo del Pecorino Romano si attesta intorno ai 12 euro al chilogrammo sulla borsa milanese, mostrando una leggera tendenza al rialzo. Tuttavia, le vendite stanno subendo un significativo rallentamento. Gianni Maoddi, presidente del Consorzio, ha dichiarato all’ANSA che “le uscite di merce nell’ultimo mese segnano un piccolo rallentamento”. Secondo Maoddi, l’incertezza legata ai dazi complica ulteriormente la situazione per le aziende, costrette a rivedere le proprie strategie produttive. “Le nostre produzioni sono fatte a magazzino: stocchiamo nella speranza di vendere. I dazi incideranno sulle vendite di mercato, creando uno squilibrio fortissimo e potrebbero portare a un calo dei consumi, con conseguenze sul mercato italiano e internazionale”.

Impatto dei dazi sulle esportazioni

Nel 2019, il Pecorino Romano era stato escluso dalla lista nera dei dazi imposti dagli Stati Uniti per il codice ‘for grating’, in quanto non aveva concorrenti nel mercato nordamericano, dove i formaggi da grattugia sono generalmente prodotti con latte bovino. Tuttavia, se dovesse entrare in vigore un dazio del 25%, le stime preliminari del Consorzio indicano che questo graverebbe per 45 milioni di dollari sui consumatori americani e sulle industrie alimentari. Nel 2024, le esportazioni di Pecorino Romano verso gli Stati Uniti ammontano a 13.000 tonnellate, rappresentando circa il 40% dell’export totale, con un fatturato di 180 milioni di dollari. Le vendite verso l’Unione Europea, il Canada e il Giappone coprono il restante 30%, mentre il resto della produzione è destinato al mercato nazionale.

Strategie di promozione e sfide del settore

Negli ultimi anni, il Consorzio ha avviato progetti per promuovere il Pecorino Romano in mercati alternativi, come quello asiatico. Gianni Maoddi è recentemente tornato dal Foodex di Tokyo, dove ha sottolineato che attualmente non esiste un mercato in grado di sostituire in parte quello americano. “È significativo notare che il formaggio venduto in Giappone in un anno equivale a quello venduto negli Stati Uniti in una sola settimana”, ha commentato Maoddi, evidenziando le sfide che il settore deve affrontare. La ricerca di nuovi mercati è fondamentale, ma la strada è in salita, e il futuro del Pecorino Romano dipende da come il consorzio riuscirà a navigare in queste acque turbolente.

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