Picchiato in carcere: Scagni subisce lesioni anche alla laringe

Condanna a 24 anni e 6 mesi oltre 3 anni di Rems per Alberto Scagni, fratello di Alice uccisa la notte del 1 maggio 2022. Genova, 29 settembre 2023. ANSA/LUCA ZENNARO

Detenuto aggredito in carcere: operato anche alla laringe

Alberto Scagni, 42 anni, il detenuto condannato per l’omicidio della sorella Alice, è stato brutalmente aggredito da due compagni di cella nel carcere di Valle Armea a Sanremo. Oltre al naso fratturato in più punti, Scagni è stato sottoposto a un intervento chirurgico anche alla laringe. Le lesioni al collo e alla testa sono state causate da uno sgabello e da calci e pugni durante il pestaggio. Fortunatamente, Scagni è fuori pericolo di vita e rimarrà in Rianimazione fino a lunedì prossimo, quando verrà valutata la sua prognosi.

Il primario di otorinolaringoiatria Marco Giudice è stato incaricato di operare Scagni al naso e alla laringe. Nonostante le ferite al collo, al momento si esclude l’ipotesi che i suoi aggressori abbiano cercato di strozzarlo. I due detenuti responsabili dell’aggressione, attualmente accusati di tentato omicidio e sequestro di persona, sono in carcere per reati legati alla violenza sessuale. Si ritiene che abbiano agito sotto l’effetto dell’alcol ottenuto dalla macerazione della frutta in cella.

La situazione di Scagni è ancora delicata e richiede un’attenta sorveglianza medica. Sarà il primario Giorgio Ardizzone, insieme all’equipe di medici che ha seguito il caso, a sciogliere la prognosi lunedì prossimo. Nel frattempo, Scagni rimarrà intubato e sotto osservazione in Rianimazione. La sua guarigione sarà un processo lungo e complesso, ma si spera che possa riprendersi completamente dalle ferite subite durante l’aggressione.

È importante sottolineare che gli episodi di violenza in carcere sono un problema diffuso e che richiede un’attenzione costante. Le autorità carcerarie devono fare tutto il possibile per garantire la sicurezza dei detenuti e prevenire situazioni di questo genere. È fondamentale che vengano adottate misure adeguate per evitare che simili episodi si ripetano in futuro e che i responsabili vengano puniti secondo la legge.

In conclusione, l’aggressione subita da Alberto Scagni nel carcere di Valle Armea è un grave episodio di violenza che richiede una risposta immediata e decisa. È necessario garantire la sicurezza dei detenuti e prevenire situazioni simili in futuro. La guarigione di Scagni sarà un processo lungo e difficile, ma si spera che possa riprendersi completamente dalle ferite subite.