L’Italia si trova ad affrontare una situazione preoccupante nel settore della radioterapia oncologica. Durante gli Stati generali della radioterapia, svoltisi a Roma, è emerso che circa il 60% dei pazienti con neoplasie ha bisogno di trattamenti radioterapici, ma solo il 30% riesce a riceverli. Questo dato, fornito dall’Associazione italiana di radioterapia e oncologia clinica (Airo) e supportato dall’onorevole Ugo Cappellacci, presidente della Commissione Affari sociali della Camera, evidenzia una grave mancanza di specialisti e le difficoltà di accesso ai trattamenti.
La situazione critica della radioterapia in Italia
La radioterapia è una delle terapie più avanzate nella lotta contro il cancro, in grado di offrire soluzioni efficaci e, in molti casi, risolutive. Tuttavia, in Italia, questa risorsa è ancora sottoutilizzata rispetto agli standard internazionali. La scarsità di professionisti, con soli 1.045 radio-oncologi distribuiti in circa 200 centri di radioterapia, è una delle cause principali di questa problematica. La distribuzione dei medici è disomogenea e il numero di iscritti alle scuole di specializzazione è insufficiente: nel 2024, solo 23 nuovi specializzandi si sono iscritti a fronte di 170 posti disponibili.
Questa carenza di specialisti non rappresenta solo un problema numerico, ma si traduce in un accesso limitato ai trattamenti per i pazienti. La formazione in radioterapia nei corsi di laurea in Medicina è attualmente inadeguata, con poche ore dedicate a questa disciplina. Senza un intervento immediato, la prospettiva è allarmante: la radioterapia potrebbe rischiare di scomparire nel prossimo decennio.
Le richieste delle società scientifiche
Le società scientifiche dei radio-oncologi, degli oncologi medici e dei radiologi, insieme alle associazioni di pazienti, hanno lanciato un appello alle istituzioni. Tra le richieste principali vi è la necessità di valorizzare la formazione in radioterapia, sia nei corsi di laurea che nei percorsi di specializzazione. Si propone l’istituzione di borse di studio dedicate per attrarre nuovi talenti nel campo della radioterapia, al fine di affrontare la carenza di professionisti.
Inoltre, è fondamentale rafforzare il ruolo dei radio-oncologi all’interno dei team multidisciplinari e promuovere il loro coinvolgimento nelle Reti oncologiche regionali. Questo approccio integrato è essenziale per garantire una gestione efficace delle patologie tumorali. È necessario delineare percorsi terapeutici che integrino le cure farmacologiche con la radioterapia, specialmente in quei casi in cui l’associazione tra farmaci e radioterapia ha dimostrato di portare benefici senza effetti collaterali aggiuntivi.
Un futuro incerto senza interventi concreti
Cappellacci ha sottolineato l’importanza della radioterapia oncologica come risorsa terapeutica fondamentale nella lotta contro il cancro. “Troppi cittadini italiani non hanno accesso a queste cure”, ha affermato, evidenziando la necessità di un percorso condiviso tra istituzioni, comunità scientifica e associazioni di pazienti. È cruciale investire nella formazione di nuovi specialisti e ottimizzare l’organizzazione dell’offerta di trattamenti radioterapici su tutto il territorio nazionale.
La situazione attuale richiede un’azione immediata e coordinata per garantire che la radioterapia venga riconosciuta come un componente essenziale nella gestione delle patologie tumorali. Se non si agisce ora, il rischio è di compromettere gravemente l’accesso a cure vitali per migliaia di pazienti in Italia.