Rampelli rimuove il quadro di Napoleone da Montecitorio: «Fu un atto di depredazione»

Fabio Rampelli

Il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli (FdI) ha annunciato la rimozione del ritratto di Napoleone Bonaparte, dipinto dal pittore milanese Andrea Appiani, che si trovava davanti al suo studio. Rampelli, esponente di Fratelli d’Italia, ha motivato la sua decisione affermando che Napoleone ha depredato l’Italia di numerosi tesori artistici. Nonostante l’apprezzamento per l’opera di Appiani, Rampelli ritiene che il quadro non debba essere esposto nel palazzo che rappresenta la sovranità nazionale.

Il ritratto in questione, datato 1805, è di proprietà della Pinacoteca di Brera ed è stato in deposito temporaneo alla Camera dei Deputati dal 1927. Raffigura Napoleone indossando un abito di velluto verde, ricamato con quadrifogli e foderato di seta, durante la sua incoronazione a re d’Italia. Rampelli considera il quadro una celebrazione di colui che ha depredato l’Italia dei suoi tesori artistici e desidera liberarsene.

Non è la prima volta che Rampelli si lancia in una campagna con una forte impronta sovranista. Recentemente, ha proposto una legge che prevede multe fino a 100.000 euro per chi utilizza termini inglesi, suscitando critiche da diverse parti.

Anche in questa occasione, l’opposizione ha criticato la posizione di Rampelli. Francesco Verducci, senatore del Partito Democratico, ha sottolineato che Napoleone e la Rivoluzione francese hanno avuto un ruolo fondamentale nel processo politico e culturale che ha portato al Risorgimento italiano. Inoltre, ha evidenziato che il Codice Napoleonico ha introdotto per la prima volta in Italia il concetto di uguaglianza dei cittadini davanti alla legge e l’abolizione del feudalesimo, contribuendo alla maturazione della coscienza e dei valori alla base del Risorgimento.

La decisione di Rampelli ha suscitato dibattito e diverse opinioni contrastanti. Mentre alcuni sostengono la sua scelta di rimuovere il ritratto di Napoleone, altri ritengono che sia un tentativo goffo di vendicarsi delle opere d’arte sottratte all’Italia. La questione sollevata da Rampelli evidenzia l’importanza dell’arte e della sua interpretazione nel contesto storico e politico.