La situazione all’interno della Roma si complica ulteriormente poiché il pubblico ministero ha richiesto il rinvio a giudizio per l’ex presidente James Pallotta e per ex dirigenti del club, tutti coinvolti in un’inchiesta relativa a irregolarità nelle plusvalenze. Un caso che coinvolge non solo il bilancio del club giallorosso, ma anche la credibilità delle operazioni effettuate negli ultimi anni. Mentre i Friedkin, attuali proprietari della Roma, risultano estranei alle accuse, la vicenda solleva interrogativi sulla gestione finanziaria della squadra e sulle pratiche diffuse nel calcio italiano.
L’accusa contro Pallotta e i dirigenti
Il caso delle plusvalenze è giunto a una svolta decisiva, con la Procura che ha deciso di chiedere il rinvio a giudizio per James Pallotta, ex presidente della Roma, e per cinque membri della sua dirigenza. Gli imputati includono figure chiave come Umberto Gandini, Guido Fienga, Mauro Baldissoni, Francesco Malknecht e Giorgio Francia, tutti accusati di reati gravi, tra cui il falso in bilancio e la violazione del testo unico dell’intermediazione finanziaria. Le indagini hanno messo sotto la lente d’ingrandimento una serie di operazioni di mercato che avrebbero avuto un impatto significativo sui bilanci del club.
Le accuse specificano che nelle annualità 2018, 2019, 2020, 2021 e 2022, la Roma avrebbe riportato plusvalenze per un totale di 60 milioni di euro, mentre il valore corretto sarebbe di 39 milioni. Questo scostamento ha sollevato dubbi sulla veridicità delle operazioni contabilizzate e sull’integrità dei dirigenti coinvolti. Le operazioni sotto inchiesta comprendono scambi di giocatori con club attivi in Italia, come Juventus e Inter, e potrebbero avere pesanti conseguenze per i soggetti coinvolti.
Le operazioni di mercato sotto indagine
Il pm Renata Cerasa ha studiato in dettaglio le operazioni che sono state ritenute sospette. Tra le principali vi sono diversi scambi significativi, inclusi quelli tra Roma e Juventus che hanno visto il trasferimento di Leonardo Spinazzola e Luca Pellegrini. Altro scambio controverso è quello che ha portato Radja Nainggolan all’Inter in cambio di Nicolò Zaniolo e Davide Santon. Anche operazioni come l’acquisto di Cristante dall’Atalanta e scambi con il Sassuolo, inclusi Marchizza e Frattesi, sono state identificate come problematiche.
Queste operazioni, che secondo l’accusa avrebbero falsamente gonfiato i bilanci della società , evidenziano una pratica comune di come le squadre di calcio gestiscano le plusvalenze, testimoniano l’assenza di meccanismi di controllo stringenti e sollevano interrogativi sull’etica nel mondo del calcio. Tale situazione ha portato all’apertura di ulteriori fascicoli investigativi in altre procure, sempre riguardanti trasferimenti e operazioni che coinvolgono altre squadre.
La posizione attuale della proprietà Friedkin
A differenza dei predecessori, i Friedkin sembrano aver evitato il coinvolgimento diretto nello scandalo. L’attuale proprietà della Roma, subentrata nella gestione del club, era stata inizialmente al centro delle indagini, ma ora il pubblico ministero ha chiesto l’archiviazione per i membri della famiglia Friedkin. Ciò implica che non vi siano prove sufficienti per accusarli di comportamenti illeciti collegati a queste operazioni di mercato.
Questa separazione tra le gestioni della Roma ha permesso ai Friedkin di mantenere la loro reputazione intatta, anche se la situazione generale del club è sotto esame. In attesa degli sviluppi del processo, la società romana dovrà affrontare le sfide della stagione sportiva e le eventuali ripercussioni legate alla gestione finanziaria.
La vicenda delle plusvalenze della Roma continua a essere monitorata con attenzione, destinata a influenzare le dinamiche interne e la percezione pubblica del club. Mentre la dirigenza affronta il rischio di un processo, il futuro della Roma si gioca tra risultati sportivi sul campo e l’approvazione dei suoi conti.