“Rischio cardiovascolare nascosto: la lipoproteina (a) colpisce 1 persona su 5”

giornata mondiale della lipoproteina (a) per sensibilizzare sui rischi cardiovascolari legati a questa condizione ereditaria, spesso trascurata, che colpisce una persona su cinque.
"Rischio cardiovascolare: lipoproteina (a) colpisce 1 persona su 5, aumentando il pericolo di malattie cardiache." "Rischio cardiovascolare: lipoproteina (a) colpisce 1 persona su 5, aumentando il pericolo di malattie cardiache."
scopri il rischio cardiovascolare nascosto della lipoproteina (a), che colpisce 1 persona su 5 nel 2025

Il 24 marzo si celebra la Giornata mondiale della lipoproteina (a) , un’importante iniziativa volta a sensibilizzare l’opinione pubblica su un fattore di rischio cardiovascolare spesso sottovalutato. La lipoproteina (a) , comunemente abbreviata in Lp(a) , è una condizione ereditaria che colpisce circa 1 persona su 5, e il suo impatto sulla salute cardiovascolare è cruciale. Scoperta nel 1963 dal ricercatore KÃ¥re Berg , la Lp(a) è stata chiaramente associata a malattie coronariche e infarto del miocardio, grazie a uno studio genetico condotto nel 2009 dal consorzio europeo Procardis .

Il ruolo della lipoproteina (a) nel rischio cardiovascolare

La Lp(a) è una particella sferica prodotta dal fegato, composta da una lipoproteina LDL a cui si unisce l’apolipoproteina (a) tramite un ponte disolfuro. A differenza di molti altri fattori di rischio, i livelli di Lp(a) sono geneticamente determinati e rimangono pressoché costanti nel corso della vita, senza possibilità di modifica attraverso cambiamenti nello stile di vita, come dieta o attività fisica. Le donne sopra i 50 anni tendono a presentare livelli più elevati di Lp(a), un fenomeno che coincide con la menopausa. Pertanto, è consigliabile che le donne che hanno effettuato il test della Lp(a) prima della menopausa ripetano l’analisi dopo il compimento dei 50 anni.

Uno studio del 2022 ha rivelato che i soggetti geneticamente predisposti possono avere livelli elevati di Lp(a) fin dalla nascita. Sebbene i valori siano generalmente bassi nei primi anni di vita, il sangue del cordone ombelicale può fornire indicazioni sui livelli futuri di Lp(a) nei neonati. Valori superiori a 30 mg/dL sono stati associati a un aumento del rischio di ictus ischemico nei bambini e negli adolescenti.

La necessità di monitorare i livelli di Lp(a)

Claudio Bilato , direttore della Cardiologia degli ospedali dell’Ovest Vicentino e docente presso l’Università di Padova, sottolinea l’importanza di considerare la Lp(a) nella valutazione del rischio cardiovascolare. Secondo Bilato, livelli elevati di Lp(a) possono aumentare il rischio di infarti o ictus del 20%, indipendentemente da altri fattori di rischio tradizionali. Questo implica che non includere la Lp(a) nella valutazione complessiva porta a una sottostima del rischio. Pertanto, il dosaggio della Lp(a) dovrebbe essere parte integrante della valutazione del rischio cardiovascolare, specialmente per i pazienti con una storia di eventi acuti o con una predisposizione familiare.

La Lp(a) è un fattore di rischio indipendente, non correlato a dislipidemia, obesità o fumo. Per questo motivo, è cruciale effettuare il dosaggio della Lp(a) nei pazienti a medio-alto rischio cardiovascolare, in particolare in quelli con eventi acuti recenti o una storia familiare di malattie cardiovascolari. L’ospedalizzazione offre un’opportunità unica per valutare i livelli di Lp(a), poiché questi tendono a diminuire subito dopo un evento acuto, per poi risalire nelle settimane successive.

Strategie di gestione e prospettive future

Attualmente, la gestione dei pazienti con elevati livelli di Lp(a) è complicata dalla mancanza di farmaci specifici approvati per ridurne i livelli. I medici si concentrano quindi su strategie indirette, come il controllo di altri fattori di rischio cardiovascolare, tra cui colesterolo LDL, ipertensione e diabete. In casi più gravi, si ricorre all’ aferesi delle lipoproteine , una procedura invasiva che rimuove fisicamente la Lp(a) dal sangue. Tuttavia, la ricerca ha fatto significativi progressi, con nuove terapie in fase di sperimentazione clinica. Tra queste, il pelacarsen , un oligonucleotide antisenso, sta mostrando risultati promettenti. Paola Coco , Chief Scientific Officer di Novartis Italia , ha dichiarato che le malattie cardiovascolari rappresentano ancora un’emergenza sanitaria globale. L’azienda è impegnata a sviluppare soluzioni terapeutiche per affrontare questa sfida, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita e la sopravvivenza dei pazienti. “È fondamentale garantire che nessun cuore smetta di battere troppo presto”, ha concluso Coco, evidenziando l’importanza di un approccio innovativo nella lotta contro le malattie cardiovascolari.

Change privacy settings
×