Il ritrovamento di un capolavoro
Il MarteS-Museo d’Arte Sorlini, situato a Calvagese della Riviera in provincia di Brescia, ha recentemente arricchito la sua collezione con un’importante opera: ‘La Vecchia popolana’, realizzata da Pietro Bellotti tra il 1680 e il 1690. Questo straordinario dipinto, a lungo considerato perduto, riemerge ora dopo decenni di mistero. Prima di essere integrato nel percorso permanente del museo, l’opera sarà presentata al pubblico insieme a una riproduzione fotografica ottocentesca, essenziale per il suo ritrovamento.
La storia dietro il dipinto
La tela era stata documentata per la prima volta in un articolo del 1940 sul ‘Burlington Magazine’, che la collocava nella collezione dei Marchesi di Casa Torres a Madrid. Tuttavia, negli anni successivi, il dipinto svanì nel nulla, dando vita a quello che è stato definito il ‘giallo di Casa Torres’. La soluzione a questo mistero è stata possibile grazie agli sforzi di Stefano Sorlini, presidente della Fondazione, e del team di ricercatori del MarteS, che hanno esplorato il mercato internazionale del collezionismo fino a rintracciare l’opera.
Un momento cruciale per il museo
L’acquisizione di ‘La Vecchia popolana’ non solo arricchisce la già preziosa collezione del museo, ma rappresenta anche un momento significativo nella sua storia. Quest’anno, infatti, si celebra il centenario dalla nascita di Luciano Sorlini, l’imprenditore bresciano che ha dato inizio a questa raccolta, ora composta da 185 opere, principalmente di origine veneziana e veneta, databili tra il XIV e il XIX secolo. La nuova opera di Bellotti si inserisce in un contesto di valorizzazione culturale della collezione, riprendendo l’intuizione di Luciano Sorlini, che aveva già acquisito tre capolavori di Giacomo Ceruti, noto come il Pitocchetto. Questi dipinti saranno messi in dialogo con l’opera di Bellotti, per mettere in luce l’evoluzione della pittura di genere tra il Seicento e il Settecento.
Un racconto visivo
In ‘La Vecchia popolana’, Bellotti ritrae una donna anziana che osserva lo spettatore con un sorriso enigmatico, forse divertita dalla presenza di un giovane ragazzo al suo fianco. L’artista, noto per il suo approccio naturalistico, enfatizza dettagli corporei con uno stile quasi iperrealistico, dai segni del tempo sul viso e sulle mani della donna, fino alla trascuratezza che caratterizza la figura del ragazzo. Questo dipinto non è solo un’opera d’arte, ma un racconto visivo che invita a riflettere sulla vita e sulle storie che si celano dietro ogni volto.