“Rivedere la storia: l’impatto delle falsità sulla memoria collettiva e il nostro passato”

adriano prosperi esplora l’impatto delle falsità sulla memoria collettiva nel suo saggio “cambiare la storia”, analizzando il desiderio di riscrivere il passato e le sue conseguenze attuali.
"Impatto delle falsità sulla memoria collettiva e revisione della storia" "Impatto delle falsità sulla memoria collettiva e revisione della storia"
l'impatto delle falsità sulla memoria collettiva: come le menzogne modellano la nostra percezione del passato nel 2025

Adriano prosperi e il suo saggio

Nel suo recente saggio “Cambiare la storia”, edito da Einaudi, Adriano Prosperi affronta un argomento di grande rilevanza: l’effetto delle falsità sulla nostra memoria collettiva. L’autore, con un’analisi che si dipana tra passato e presente, esamina come l’umanità, nel corso dei secoli, abbia tentato di riscrivere la storia, rimuovendo eventi o figure ritenute inaccettabili. Questo fenomeno, amplificato dalla cancel culture, appare oggi più diffuso che mai.

Analisi profonda e riflessioni cruciali

Prosperi non si limita a un’analisi superficiale; si immerge in un vasto mare di riferimenti storici e citazioni, cercando di tracciare un confine tra verità e falsità. La sua riflessione è fondamentale per comprendere il ruolo dello storico, specialmente in un’epoca caratterizzata da profondi cambiamenti sociopolitici ed economici. Questi eventi, uniti alla crisi ambientale, hanno generato insicurezza e una crescente diffidenza verso un passato che molti considerano vergognoso.

Il desiderio di liberazione dalla memoria collettiva

Un aspetto centrale del discorso di Prosperi è il bisogno di liberarsi di una memoria collettiva intrisa di colpe e intolleranza. “Oggi si avverte il bisogno di liberarsi di una memoria collettiva che ci porta davanti alla storia della civiltà di un Occidente bianco, cristiano, schiavista e intollerante”, afferma l’autore. Questo desiderio di cancellazione si traduce in episodi emblematici, come la demolizione della statua di Winston Churchill a Londra, avvenuta durante le proteste contro il razzismo scatenate dalla morte di George Floyd.

Uno sguardo al passato e ai falsi storici

Prosperi non si limita a esaminare il presente; rivolge lo sguardo anche al passato, analizzando come l’umanità abbia tentato di modificare il corso della storia. Tra i vari esempi, emergono i falsi storici, come la celebre donazione dell’imperatore Costantino a Papa Silvestro e le invenzioni di Giovanni Nanni, noto come Annio da Viterbo, nel tardo ‘400. Tuttavia, uno dei casi più inquietanti e attuali trattati nel libro è quello dei Protocolli dei savi anziani di Sion. Questo documento, diffuso tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX, è stato rivelato come una falsità, ma ha avuto una carriera nefasta, alimentando teorie del complotto e propaganda antisemita.

La persistenza delle falsità e riflessioni finali

Prosperi sottolinea come, nonostante la loro falsità sia stata dimostrata, i Protocolli continuino a circolare, trovando nuova vita online e alimentando rigurgiti di antisemitismo, specialmente dopo eventi tragici come l’attentato di Hamas a Israele nel 2023. “L’ossessione del complotto è qualcosa che si nutre di se stessa”, scrive l’autore, evidenziando come queste narrazioni non necessitino di un fondamento reale per prosperare.

In un mondo in cui la verità sembra sempre più sfuggente, il lavoro di Prosperi offre uno spunto di riflessione fondamentale. La sua analisi non solo illumina le dinamiche della memoria collettiva, ma invita anche a considerare il delicato equilibrio tra storia e narrazione, tra verità e menzogna.

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