Il recente censimento dell’Associazione Italiana Oncologia Medica , presentato a Roma, porta alla luce dati preoccupanti sulla salute degli italiani. Con un focus su stili di vita e fattori di rischio, emerge un quadro allarmante che mette in evidenza l’importanza di promuovere comportamenti più sani nella popolazione. Il rapporto, frutto di una collaborazione tra diverse organizzazioni, sembra suggerire la necessità di un cambiamento culturale per combattere problematiche che minacciano la salute pubblica.
Fumo: un’abitudine persistente in calo ma ancora diffusa
Nel biennio 2022-2023, il 24% della popolazione adulta italiana, tra i 18 e i 69 anni, si è dichiarato fumatore. Questa percentuale include circa un quarto dei fumatori che consumano più di un pacchetto di sigarette al giorno. Secondo il report, l’abitudine al fumo è più prevalente tra gli uomini rispetto alle donne e tende a concentrarsi maggiormente tra i giovani e nelle aree del Centro-Sud. I dati mostrano chiaramente che il fumo è anche fortemente correlato a fattori socioeconomici: il 36% dei fumatori proviene da ambienti con difficoltà economiche, a confronto con il 21% tra chi non ha tali problematiche. Un trend positivo si osserva nel calo della percentuale di fumatori negli ultimi anni, che è scesa da circa il 30% nel 2008 al 24% nel 2023.
Il report sottolinea l’importanza della prevenzione e dell’educazione sanitaria, soprattutto per quel che riguarda il sostegno a chi desidera interrompere questa abitudine. Esistono programmi e risorse disponibili, ma è fondamentale che la popolazione ne sia consapevole per attuare un cambiamento consapevole e duraturo.
Consumo di alcol: un rischio sottovalutato
Il rapporto evidenzia il rischio legato al consumo di alcol, definito tossico e cancerogeno dall’International Agency for Research on Cancer . Tra gli adulti italiani tra i 18 e i 69 anni, il 42% dichiara di non consumare alcol, ma il 18% è classificato in una fascia di consumo a rischio. Questi dati rivelano una situazione complessa, dove il binge drinking e altre modalità di consumo rischiose sono piuttosto comuni. La percentuale di chi consuma alcol in eccesso è significativa: il 10% degli adulti è coinvolto in episodi di binge drinking, mentre un altro 10% presenta un consumo eccessivo durante i pasti o in modo abituale.
Curiosamente, il consumo di alcol tende a essere più frequente tra le classi socioeconomiche elevate. Nonostante l’evidenza dei rischi per la salute, l’attenzione degli operatori sanitari sul tema rimane insufficiente. Solo il 7% dei consumatori a maggior rischio ha riportato di aver ricevuto consigli per limitare l’assunzione di alcol. La mancanza di interventi proattivi può contribuire all’aggravamento del problema e alla necessità di strategie più efficaci.
Sedentarietà: un fenomeno in crescita
L’attività fisica nel nostro Paese sta diventando un’eccezione piuttosto che una regola. Nel biennio 2022-2023, il 28% degli adulti è completamente sedentario, mentre solo il 48% della popolazione può essere considerato fisicamente attivo. La sedentarietà è più evidente tra le donne rispetto agli uomini e aumenta con l’età, toccando il 33% tra coloro di età compresa tra i 50 e i 69 anni. Geograficamente, le regioni meridionali mostrano tassi di sedentarietà ben più elevati rispetto al Nord .
Questa tendenza crescente preoccupa, soprattutto se si considera che nel 2008 la percentuale di sedentari era del 23%. Il report segnala anche che il problema colpisce in modo sproporzionato le persone con difficoltà economiche e un basso livello di istruzione, dove la sedentarietà raggiunge rispettivamente il 42% e il 48%. È fondamentale mettere in atto politiche mirate che incoraggino uno stile di vita attivo e favoriscano l’accesso a opportunità di esercizio fisico, in particolare nelle aree svantaggiate.
Obesità e sovrappeso: un problema serio e diffuso
Le problematiche legate al peso sono evidenti, con il 33% della popolazione adulta in sovrappeso e il 10% obeso. Questa condizione non solo aumenta il rischio di malattie cardiovascolari ma è anche strettamente legata a un maggior rischio oncologico. L’obesità è più frequente negli uomini rispetto alle donne e aumenta con l’età, passando dal 5% tra i giovani di 18-34 anni al 14% tra i 50-69enni. L’analisi socioeconomica mostra chiaramente che le fasce con maggiore difficoltà economiche presentano un tasso di obesità molto più elevato ; tuttavia, è interessante notare come il divario geografico tra Nord e Sud stia diminuendo.
Adottare abitudini alimentari più sane è cruciale nella lotta contro l’obesità. È necessaria una maggiore consapevolezza sulle scelte alimentari quotidiane e un incentivo alla pratica di stili di vita salutari, a partire dalla diffusione di informazioni chiare su una corretta alimentazione.
Consumo di frutta e verdura: un dato che preoccupa
Il consumo di frutta e verdura in Italia presenta un quadro deludente. Solo il 52% degli adulti consuma 1-2 porzioni di frutta o verdura al giorno, mentre solo il 7% raggiunge il numero raccomandato di cinque porzioni quotidiane. Quasi la metà della popolazione, pur consumando l’alimento, non segue le linee guida esistenti. Anche in questo caso, emergono forti correlazioni con il genere, l’età e il livello socioeconomico. Le donne, così come le persone più anziane e quelle con migliori risorse economiche, tendono a fare scelte più salutari.
È quindi fondamentale promuovere campagne che incoraggino un’alimentazione equilibrata e l’inclusione di frutta e verdura nella dieta quotidiana. Migliorare l’accessibilità e la consapevolezza sulle necessità nutrizionali potrebbe contribuire a migliorare significativamente la salute pubblica in Italia.