Saviano: “Condanna diffamazione Meloni, sentenza rischiosa”

Roberto Saviano, scrittore e giornalista, è stato condannato a una multa di 1000 euro per diffamazione nei confronti di Giorgia Meloni. Saviano aveva definito “bastardi” alcuni politici, tra cui il presidente del Consiglio, che avevano messo in dubbio la necessità di salvare vite in mare. La sentenza di primo grado del tribunale di Roma ha stabilito che le infamie pronunciate da Saviano vanno attribuite a Meloni, che ha introdotto nel dibattito pubblico temi come il “taxi del mare”, i blocchi navali, la sostituzione etnica e l’invasione. La procura aveva chiesto una multa di 10mila euro, mentre l’avvocato di Meloni ne aveva richiesti 75mila. La giudice ha condannato Saviano a una multa di 1000 euro, ma ha sottolineato che ha agito per motivi di particolare valore sociale e morale.

Rivendicazione delle parole pronunciate

Saviano rivendica le parole pronunciate fino all’ultima virgola e critica Meloni per aver portato in tribunale chi le ha rammentate. L’autore sostiene che le sue parole hanno spaventato la presidente del Consiglio, al contrario di Meloni che oggi si vergogna delle sue stesse parole. Saviano accusa Meloni e il governo di aver reso il paese un posto peggiore per tutti, anche per coloro che non si sentono coinvolti dalle infamie pronunciate.

Una sentenza pericolosa

Saviano ritiene che questa sentenza sia pericolosa perché suggerisce un’intimidazione nei confronti di chi svolge il suo stesso lavoro. L’autore sottolinea che la decisione della Rai di cancellare il suo programma “Insider” è un monito per tutti. La sentenza suggerisce che a chi parla di “taxi del mare”, di affondare navi e di arrestare equipaggi, o a chi parla di invasione e sostituzione etnica, si può dare al massimo dello stupido. Saviano ritiene che questa sentenza non tenga conto delle sofferenze causate a migliaia di persone e che sia pronunciata in un paese esposto all’odio. L’autore conclude affermando che continuerà a contrastare le menzogne e il potere che le pronuncia.