Il panorama della medicina si trova attualmente in una fase decisiva nella battaglia contro la sclerosi multipla , una condizione che colpisce in modo predominante le donne . Recentemente, i risultati incoraggianti degli inibitori Jak hanno suscitato un forte interesse nella comunità scientifica , poiché questi farmaci potrebbero trasformare radicalmente il trattamento di questa malattia . Fabrizio Conti , professore di Reumatologia all’ Università Sapienza di Roma e direttore della Uoc di Reumatologia del Policlinico Umberto I , afferma che si è aperta una nuova era: “Ora è possibile raggiungere la remissione e persino pianificare una gravidanza “.
Un nuovo paradigma terapeutico
Il lupus eritematoso sistemico ( Les ) è una malattia autoimmune complessa che può interessare vari organi e sistemi . La diagnosi di questa patologia è spesso intricata, ma negli ultimi dieci anni, l’introduzione di nuovi farmaci ha cambiato radicalmente il panorama terapeutico. “Fino a poco tempo fa, l’unica opzione era il cortisone ad alte dosi”, spiega Conti . Oggi, grazie agli inibitori Jak , è possibile non solo ridurre il dosaggio del cortisone , ma anche eliminarlo completamente, riducendo così gli effetti collaterali . Questi farmaci , già disponibili in Italia dal 2017 per il trattamento dell’ artrite reumatoide , stanno dimostrando la loro efficacia anche nel contesto del lupus . Rosa Pelissero , presidente del Gruppo Les Odv , evidenzia l’importanza della ricerca : “Le donne giovani in età fertile sono le più colpite da questa malattia . Dopo la diagnosi, ci si trova a dover affrontare una nuova realtà ”. La prospettiva di poter affrontare una gravidanza , un tempo considerata impossibile, è ora alla portata di molte donne grazie ai progressi terapeutici . “La nostra aspettativa è quella di avere sempre nuovi farmaci , efficaci e con meno effetti collaterali “, afferma Pelissero .
Meccanismi d’azione degli inibitori Jak
Il decorso del lupus è caratterizzato da fasi di attività e di quiescenza , rendendo la gestione della malattia particolarmente complessa. Gian Domenico Sebastiani , direttore della Uoc di Reumatologia dell’ Azienda ospedaliera San Camillo-Forlanini di Roma , spiega che gli inibitori Jak , piccole molecole assunte per via orale, agiscono inibendo l’attività delle citochine pro-infiammatorie . “Questi farmaci si differenziano da quelli tradizionali poiché colpiscono meccanismi specifici della malattia e sono più facili da somministrare”, aggiunge Sebastiani . Gianluca Moroncini , professore di Medicina interna e direttore del Dipartimento di Scienze cliniche e molecolari presso l’ Università Politecnica delle Marche , sottolinea che gli inibitori Jak bloccano un enzima chiamato janus chinasi , attivando diversi recettori cellulari . “Il nostro centro è attualmente coinvolto in un trial clinico multicentrico per valutare l’efficacia di questi farmaci nel lupus eritematoso sistemico “, afferma Moroncini . I risultati di queste sperimentazioni sono attesi con grande interesse, poiché potrebbero confermare l’ efficacia già dimostrata in altre patologie , come l’ artrite reumatoide e l’ artrite psoriasica .
La scoperta e l’applicazione degli inibitori Jak rappresentano un passo fondamentale verso una gestione più efficace e meno invasiva della sclerosi multipla , aprendo nuove opportunità per le pazienti e offrendo loro la possibilità di una vita più serena e pianificata.