Un triste anniversario ha colpito la comunità di Corinaldo, dove nel dicembre del 2018 sei giovani hanno perso la vita in una calca mortale durante un concerto del rapper Sfera Ebbasta. Questo drammatico evento ha segnato profondamente le famiglie delle vittime, che continuano a lottare per ottenere giustizia e verità, mentre commemorano le loro perdite in questo sesto anniversario. L’eco di quella notte si fa sentire ancora oggi, e il dolore delle famiglie è accompagnato da un desiderio di giustizia che, secondo quanto dichiarato dai genitori delle vittime, resta insoddisfatto.
L’incidente fatale e le sue conseguenze
La sera del 7 dicembre 2018, tanti giovanissimi si sono recati alla Lanterna Azzurra per assistere a un concerto, pieni di entusiasmo e aspettative. Tuttavia, con il passare delle ore e l’assenza dell’artista, la situazione ha preso una piega tragica. Con l’uso di spray urticante, la folla ha subìto il panico, che ha portato a una fuga disordinata. Durante il caos, una balaustra ha ceduto e sei persone, tutte giovani o giovanissime, hanno perso la vita. Le vittime—Emma Fabini, Asia Nasoni, Benedetta Vitali, Mattia Orlandi, Daniele Pongetti e Eleonora Girolimini—rappresentano un lutto che segna in modo indelebile non solo le loro famiglie, ma anche la comunità intera.
A sei anni dall’incidente, il papà di Emma, Fazio Fabini, ha condiviso il suo dolore e la sua rabbia per la persistenza del processo, che rischia di cadere in prescrizione. La preoccupazione per il protrarsi delle indagini, unita al desiderio di verità, rende il giorno dell’anniversario ancora più pesante. “Vorremmo che lo Stato mettesse fine a questo processo prima che vada tutto in prescrizione,” ha affermato Fabini, riflettendo anche sui disordini del maggio precedente, quando è stata emessa una sentenza in merito ad alcune responsabilità dei locali e autorizzazioni, in cui molti imputati sono stati assolti dal reato di omicidio colposo.
La lotta per verità e giustizia
La notizia della sentenza ha lasciato sorpresi e increduli i familiari delle vittime. Nonostante alcune condanne per la banda dello spray, le famiglie dei ragazzi continuano a chiedere chiarezza su chi fosse realmente responsabile per le misure di sicurezza carenti. “Vivere l’8 dicembre è sempre un giorno difficile, e quest’anno c’è una rabbia immensa rispetto a una decisione che non comprendiamo,” ha detto Fabini. Ogni anno porta con sé il peso del ricordo e delle domande senza risposta, in un contesto in cui l’idea di giustizia viene continuamente messa in discussione.
I genitori delle vittime stanno intraprendendo azioni legali, presentando ricorsi in appello per chiedere una revisione della sentenza. La speranza è che la Corte di Appello possa dare voce al dolore e alla ricerca di giustizia delle famiglie. L’inchiesta ha messo in luce, oltre alle responsabilità legate alla banda dello spray, anche le problematiche riguardanti l’apertura del locale e le condizioni di sicurezza non adeguate. La comunità chiede che la morte di questi giovani non venga dimenticata, e che vengano adottate misure per garantire la sicurezza in ambienti simili.
Un ricordo vivo e la nascita di un’opera letteraria
Il degrado che avvolge questa tragedia non cancella il ricordo di Emma e degli altri ragazzi. Anzi, il sesto anniversario diventa un momento per celebrare la loro vita e l’eredità che hanno lasciato. In questo contesto, Fabini ha annunciato l’uscita di un nuovo libro scritto da Emma, dal titolo “Oddio sono un topo”, un’opera che rappresenta un aspetto del suo talento letterario. La storia, scritta quando Emma aveva solo dieci anni, racconta di un’avventura di fantasia che riflette il suo spirito e la sua gioia di vivere.
Oltre a questo, i suoi genitori hanno creato un premio letterario in memoria di Emma, intitolato “Emma il ricordo salvato“. Questo progetto è destinato ai giovani, affinché possano trasformare le loro esperienze in narrazioni. La scrittura diventa così un modo per rendere omaggio a Emma e affrontare la sua assenza attraverso la forza delle parole. La lotta per la giustizia continua, ma l’impatto della sua vita e il ricordo dei sei ragazzi rimangono vivi nel cuore di chi li ha amati.