Serse Cosmi: tra passione calcistica e nuove sfide teatrali

Serse Cosmi, ex allenatore di calcio, si reinventa nel teatro con lo spettacolo ‘Solo Coppi temo’, riflettendo sulla sua carriera e sul cambiamento del mondo calcistico contemporaneo.
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Nel contesto del calcio italiano, Serse Cosmi emerge non solo come un ex allenatore di successo, ma anche come un personaggio di spicco che ha recentemente intrapreso un’avventura nel mondo del teatro. In un’intervista a Fanpage.it, Cosmi ha condiviso i momenti salienti della sua carriera sportiva, le esperienze con i club e la sua nuova inclinazione artistica, così come le riflessioni su come il calcio è cambiato nel corso degli anni.

Dalla panchina al palcoscenico: il nuovo capitolo di Serse Cosmi

Dopo aver conquistato il campo da gioco, con la sua ultima esperienza al Rijeka, Cosmi ha deciso di affrontare una sfida diversa: quella del teatro. Il suo spettacolo, intitolato ‘Solo Coppi temo’, rappresenta un tributo a suo padre e combina storie della sua vita di allenatore con un amore per il ciclismo. In questo contesto, l’ex allenatore ha trovato spazio per esprimere emozioni e raccontare aneddoti che vanno oltre il mondo calcistico.

La genesi dello spettacolo è interessante: Cosmi ha menzionato di essere stato avvicinato da Alessandro Riccini, un organizzatore di festival, che lo ha convinto a cimentarsi in questa nuova avventura. Sebbene inizialmente scettico, è riuscito a dare vita a uno spettacolo che ha riscosso notevole successo, arricchito da esibizioni musicali di artisti come Giovanni Guidi e dj Ralf.

Cosmi ha espresso il suo desiderio di portare lo spettacolo in giro per l’Italia, in particolare nelle città dove ha allenato, un modo per mantenere vivi ricordi e connessioni con la sua storia calcistica. L’idea di combinare il suo passato sportivo con nuove forme di espressione artistica rappresenta un approccio innovativo per un ex atleta.

Riflessioni sulla carriera e il significato della gavetta

Durante l’intervista, Cosmi ha affrontato anche il concetto di gavetta nel calcio. Secondo lui, l’esperienza nei campionati dilettantistici rimane un aspetto fondamentale per un allenatore. La sua carriera è costellata di esperienze che spaziano dai campetti amatoriali fino alla Champions League, il che conferisce un valore significativo alla sua formazione.

Cosmi ha sottolineato che la figura dell’allenatore non dovrebbe essere vista come un semplice prolungamento della carriera da calciatore. Egli evidenzia l’importanza di un percorso formativo che dia solide basi per affrontare le sfide professionali. La sua visione include un richiamo alla necessità di vedere il mestiere di allenatore come qualcosa di autonomo e profondo, distinto dal lumbago legato al giocatore.

Il cambiamento nella mentalità dei calciatori e delle società

Un tema ricorrente nel discorso di Cosmi è il cambiamento nel mondo del calcio e nelle figure dei calciatori. Egli ha notato come i giocatori degli anni ’80 e ’90 fossero diversi rispetto a quelli odierni, riflettendo una società in continua evoluzione. Questo cambiamento è evidente anche nei comportamenti e nelle esigenze dei calciatori, influenzati da fattori esterni come i procuratori e la cultura dei social media.

La modalità di approccio degli allenatori al gioco e alla gestione dei gruppi è cambiata. Cosmi ha espresso il suo dispiacere per come, in alcuni casi, il lavoro dell’allenatore venga sminuito, nonostante le competenze e la preparazione richieste per avere successo.

I ricordi delle sue esperienze più significative

All’interno della conversazione non potevano mancare i ricordi delle sue esperienze con squadre iconiche come il Perugia, il Genoa, e la celebrazione dei suoi successi, in particolare in campionati dove ha realizzato sogni come quello di portare la Pontevecchio in Serie D, un traguardo che per lui aveva un significato particolare, legato alla memoria del padre.

Cosmi ha anche ricordato la sua esperienza al Trapani, dove è riuscito a costruire un’identità di squadra e un legame con la comunità. Ha descritto quell’anno come un’impresa non solo per i risultati, ma anche per l’affetto creato con i tifosi, una connessione che lo ha profondamente segnato.

Il potere dell’imitazione e la popolarità

Uno degli aspetti più curiosi emersi nell’intervista riguarda l’imitazione di Cosmi da parte della Gialappa’s e di Maurizio Crozza. Sebbene l’umorismo e l’attenzione mediatica possano sembrare un vantaggio, Cosmi ha dichiarato di averne risentito dal punto di vista professionale. La visibilità aumentata ha portato con sé anche delle sfide, poiché si è sentito in parte limitato dalla sua rappresentazione pubblica.

Questo tema si sposa con la riflessione più ampia su come i personaggi del calcio siano percepiti dal pubblico e dai media, un elemento importante da considerare nel mondo competitivo del calcio e nella vita professionale degli allenatori.

A fronte di queste esperienze, Serse Cosmi si conferma come una figura iconica del panorama calcistico e culturale italiano, capace di reinventarsi e di affrontare nuove sfide, dimostrando che la passione per il proprio lavoro può spingersi oltre i confini tradizionali del calcio.

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