Appello urgente di Susan Sarandon a Milano
Al Museo di Storia Naturale di Milano, l’attrice e attivista Susan Sarandon ha lanciato un appello forte e urgente in occasione della prima mondiale dell’installazione Breathtaking, realizzata dal fotografo Fabrizio Ferri. “Esporsi è rischioso, ma non possiamo farci fermare dalla paura“, ha affermato Sarandon, evidenziando la necessità di affrontare il problema dell’inquinamento da plastica negli oceani.
Un’opera drammatica
L’installazione presenta celebrità come Helena Christensen, Willem Dafoe e Julianne Moore in una rappresentazione drammatica, ritratte come se fossero soffocate dalla plastica. Al centro della scena, una bara trasparente riempita d’acqua rappresenta in modo inquietante il legame tra inquinamento e le sue devastanti conseguenze. A 79 anni, Sarandon mantiene un’energia contagiosa e ha dichiarato: “Gli oceani sono l’inizio dell’umanità; se scompaiono, scompariamo anche noi”.
La minaccia delle microplastiche
La questione delle microplastiche sta diventando sempre più allarmante, con queste sostanze rinvenute persino nel latte materno e negli alimenti quotidiani. “Dobbiamo affrontare questo problema con urgenza“, ha avvertito l’attrice, sottolineando che la plastica, attualmente stimata in 500 milioni di tonnellate, potrebbe raggiungere i 1,2 miliardi nei prossimi anni. “Tutti noi abbiamo il potere di chiedere un cambiamento, se non vogliamo finire nella bara esposta al centro della mostra”, ha aggiunto.
Una visione condivisa
Fabrizio Ferri ha condiviso la sua visione, affermando che “la forza letale della contaminazione dei mari e degli oceani non uccide solo gli oceani, ma stiamo uccidendo noi stessi”. Sarandon ha messo in discussione il sistema capitalistico attuale, dichiarando che “è evidente che non funziona” e che è necessario un nuovo approccio. “La classe media sta scomparendo e i ceti inferiori lottano per sopravvivere. Dobbiamo impegnarci ora”, ha esortato.
Un’attivista coraggiosa
Non è la prima volta che l’attrice si trova in situazioni di conflitto: nel 2018 è stata arrestata durante una marcia a Washington contro la politica di immigrazione di Donald Trump e nel 2023 ha subito conseguenze professionali per le sue dichiarazioni a favore della Palestina. Quando le è stato chiesto se si sentisse intimidita, ha risposto con passione: “Non si tratta di avere coraggio, ma di non poter fare altro. In America c’è un clima di grande intimidazione e dobbiamo farci sentire. Non possiamo permetterci di arrenderci. Non significa non avere paura, ma credere che l’umanità sia più forte”.
Un messaggio di speranza
In un contesto di crescente preoccupazione ambientale e sociale, il messaggio di Sarandon risuona forte e chiaro, invitando tutti a riflettere e ad agire.