Tenerife si ribella all’overtourism: tra limiti, proteste e nuove regole

L’isola di Tenerife introduce tasse ecologiche, limiti ai visitatori e prenotazioni online per contrastare l’overtourism. Tra proteste di piazza e nuove regole, il paradiso delle Canarie corre ai ripari per tutelare il suo territorio e i suoi abitanti.

Anche il paradiso ha i suoi limiti, e Tenerife, tra le mete turistiche più amate delle Canarie, lo ha capito sulla propria pelle. Dopo anni di crescita esponenziale, l’isola dice basta al turismo incontrollato, avviando una stretta decisa su ingressi e modalità di accesso al proprio patrimonio naturale. I dati parlano chiaro: solo nei primi tre mesi del 2025, oltre 4,3 milioni di turisti internazionali hanno affollato le Canarie, mettendo a dura prova l’equilibrio ambientale e sociale dell’arcipelago.

Le manifestazioni di aprile, con slogan come “Le Canarie hanno un limite”, sono diventate il simbolo di un malessere sempre più diffuso tra i residenti. Un grido che non è rimasto inascoltato: sull’isola arrivano limiti giornalieri ai visitatori, prenotazioni obbligatorie per i sentieri e una nuova tassa ecologica. È l’inizio di una nuova fase, più consapevole e rispettosa, che mette al centro il territorio e chi lo abita.

Anaga e Teide sotto tutela: prenotazioni online e tassa verde

Tra le prime zone coinvolte nella nuova regolamentazione c’è il Parco Rurale di Anaga, una delle aree più autentiche e spettacolari di Tenerife, sospesa tra cime scoscese, spiagge vulcaniche e villaggi agricoli senza tempo. A partire da gennaio, il consiglio comunale ha introdotto un tetto massimo di visitatori al giorno e vietato l’ingresso ai pullman turistici in alcune zone. È un primo passo verso una gestione più responsabile e controllata di uno degli ambienti più fragili dell’isola.

A seguire, anche il Parco Nazionale del Teide – sede del vulcano più alto di Spagna e patrimonio UNESCO – entrerà in modalità accesso regolato. Un sistema di prenotazione online sarà necessario per i sentieri più frequentati, e per raggiungere la vetta sarà richiesta una eco-tassa. I fondi raccolti serviranno a preservare e mantenere l’equilibrio naturale dell’area. Inoltre, telecamere di sorveglianza verranno installate per controllare i flussi e prevenire sovraffollamenti pericolosi.

Tuttavia, secondo molte associazioni ambientaliste, le misure adottate non sarebbero ancora sufficienti: con quasi 4 milioni di visitatori all’anno nel solo Teide, serve un intervento più deciso per salvaguardare la biodiversità, le risorse idriche e un ecosistema in affanno.

Overtourism e crisi sociale: la Spagna cerca un nuovo equilibrio

Il fenomeno dell’overtourism sta scuotendo l’intera Spagna, ma è nelle isole che i suoi effetti si fanno più tangibili. A Tenerife si registrano aumenti record dei prezzi delle abitazioni, una crisi idrica crescente, traffico congestionato e un senso diffuso di perdita di identità e spazio vitale. La reazione dei residenti è stata forte e corale: migliaia di persone in piazza a chiedere un modello turistico più equo e sostenibile.

Il governo spagnolo, intanto, lavora a strategie di contenimento, ispirandosi anche ad altri esempi interni: dalle restrizioni sugli affitti turistici ad Alicante al raddoppio della tassa di soggiorno a Barcellona. L’obiettivo? Rendere il turismo compatibile con la vita delle comunità locali, favorendo un approccio più lento, consapevole e rispettoso.

Tenerife lancia così un messaggio forte e chiaro: il turismo è benvenuto, ma deve essere guidato dal rispetto per l’ambiente e per chi sull’isola ci vive ogni giorno. Un passo coraggioso, che potrebbe fare scuola anche altrove.

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