Tensione crescente in Georgia: le elezioni presidenziali e le proteste pubbliche

In Georgia, l’instabilità politica cresce in vista delle elezioni presidenziali, con proteste continue e tensioni tra la presidente uscente Zourabishvili e il governo di Sogno georgiano.
Tensione crescente in Georgia: le elezioni presidenziali e le proteste pubbliche - Tendenzediviaggio.it - Foto generata con AI

In Georgia, la situazione politica si fa sempre più instabile mentre il governo si prepara per l’elezione di un nuovo presidente. La tensione, che era stata relativamente calma negli ultimi giorni, si rianima con le nuove polemiche tra la presidente uscente Salomé Zourabishvili e il governo. Questo contesto turbolento è aggravato dalla lunga serie di proteste che ha caratterizzato la vita pubblica del paese, sollevando interrogativi sul futuro democratico della Georgia e sulla sua relazione con l’Unione Europea.

Il clima politico in Georgia

Il governo di Sogno georgiano sta per decidere l’elezione del nuovo presidente attraverso un Collegio elettorale, provocando reazioni accese da parte della presidente uscente Zourabishvili. Quest’ultima ha criticato aspramente la legittimità del nuovo Parlamento, sostenendo che le elezioni legislative dello scorso 26 ottobre siano state favorite da frodi. Risultato delle elezioni: il partito Sogno georgiano ha ottenuto il 54% dei voti, mentre le forze di opposizione si sono fermate al 38%. Essa ha già dichiarato di non avere intenzione di cedere il suo incarico, creando un ulteriore terreno di scontro tra i diversi attori politici.

Le manifestazioni continuano ad ardere, giungendo a 106 giorni consecutivi in segno di protesta dopo l’interruzione dei negoziati per l’adesione all’Unione europea da parte del premier Irakli Kobakhidze. Tali eventi non solo esemplificano la frustrazione popolare, ma segnano anche un episodio significativo di conflitto politico, con potenziali ripercussioni per la stabilità della regione.

Il candidato presidente e l’opposizione

L’unico candidato designato per la presidenza è Mikheil Kavelashvili, ex calciatore noto per le sue posizioni controverse. Kavelashvili è sostenuto da Sogno georgiano e i membri dell’opposizione hanno già annunciato la loro intenzione di non partecipare al voto. Questo scenario sembra prefigurare un esito previsto, considerando che il Collegio elettorale è composto da 300 membri, di cui un mix di parlamentari e rappresentanti di entità locali. La mancanza di avversari significativi e l’assenza dell’opposizione durante il voto potrebbe minare ulteriormente la percezione di equità del processo elettorale.

Le proteste, quindi, continuano a influenzare il clima politico georgiano. La stessa Zourabishvili ha lanciato provocazioni sui social media, invitando a una mobilitazione che rimetti in discussione l’elezione. Questo scenario di marcata polarizzazione porta alla luce le fragilità del sistema democratico in Georgia, dove la lotta per il potere si riflette anche sulle piazze affollate di Tbilisi e oltre.

Questioni di sovranità e ingerenza straniera

Oltre alle tensioni interne, il governo georgiano si confronta anche con dinamiche di ingerenza esterna, in particolare da parte della Russia. Kavelashvili, pur essendo un ex idolo calcistico, si trova a dover fronteggiare l’etichetta di populista nel panorama politico attuale, aggravata dalle sue posizioni più concilianti nei confronti di Mosca. È emerso un legame più forte tra Georgia e Russia, e la revoca dell’obbligo di visto per viaggiatori russi e l’incremento degli scambi commerciali con Mosca rappresentano un passo drammatico rispetto all’integrazione europea, desiderata da ampi settori della popolazione.

Questa manovra storica si scontra con le speranze romanticizzate di un futuro europeo per la nazione e pone interrogativi sulle ambizioni di politici come Sogno georgiano, attaccati a un passato che sembra rimanere un faro. L’uscita di Macron, che ha contattato Bidzina Ivanishvili, fondatore del partito al potere, anziché il premier in carica, evidenzia ulteriormente le complicazioni che si trovano ad affrontare i leader politici georgiani.

L’interesse degli Stati Uniti si fa sentire, come evidenziato dalle nuove sanzioni imposte su figure politiche georgiane per presunti danni alla democrazia. Queste misure possono fungere da deterrente, ma rischiano anche di accentuare l’isolamento politico della Georgia nel panorama internazionale.

In questo scenario di tensione, le prospettive per il futuro politico e sociale del paese rimangono incerte, con la vita pubblica che continua a essere segnata da manifestazioni e conflitti istituzionali. La questione dell’adesione all’Unione Europea, centrale nel dibattito odierno, rimane un obiettivo complesso, da raggiungere in un clima di instabilità e divisione che attraversa l’intero paese.

Change privacy settings
×