Termovalorizzatore Roma: Gara contro il tempo per l’apertura entro il 2026

Il termovalorizzatore di Roma è al centro di una corsa contro il tempo per rispettare le tappe che porteranno alla realizzazione dell’impianto entro il 2026. Acea, la multiutility partecipata dal Campidoglio, ha presentato il progetto per il termovalorizzatore insieme ad altre aziende il 1° marzo. Tuttavia, il bando per la realizzazione dell’impianto, inizialmente previsto per agosto, sarà pubblicato solo tra qualche settimana. Non è stata data una spiegazione ufficiale per questo ritardo, ma si ipotizza che possa essere dovuto all’aumento dei costi nel settore delle costruzioni.

I costi e il cronoprogramma

I costi per la realizzazione del termovalorizzatore sono aumentati, a causa sia dell’aumento dei costi delle costruzioni che dei tassi di interesse. Questo ha portato a ritardi nella definizione del progetto di Acea. Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha dichiarato che l’investimento sarà “significativamente superiore ai 700 milioni” precedentemente stimati. Questo aumento dei costi potrebbe influire sulla tariffa rifiuti, che il Campidoglio aveva promesso sarebbe diminuita grazie ai minori costi di smaltimento offerti dal nuovo impianto.

Il cronoprogramma prevedeva che il bando di gara definitivo per la costruzione e la gestione dell’impianto fosse pubblicato tra luglio e agosto scorsi. Tuttavia, questa scadenza è stata superata. Il contratto con i vincitori sarebbe dovuto essere firmato tra gennaio e febbraio 2024, mentre i lavori di costruzione avrebbero dovuto iniziare nell’estate 2024. L’impianto da 600mila tonnellate l’anno, con due linee parallele da 300mila tonnellate l’anno, dovrebbe iniziare a incenerire i rifiuti tra settembre e ottobre 2026. Tuttavia, sembra sempre più difficile che almeno la prima linea possa essere completata entro il 2025, anno del Giubileo.

Il ricorso al Consiglio di Stato

Inoltre, il 30 novembre si terrà un’udienza pubblica al Consiglio di Stato per discutere dei ricorsi contro l’impianto, che sono stati già respinti dal Tar. Il Tar ha riconosciuto l’esistenza di una situazione emergenziale derivante dal maggiore afflusso di persone durante il Giubileo, che giustifica la necessità e l’urgenza dell’impianto.