Recentemente, durante il congresso dell’American Academy of Allergy Asthma & Immunology (Aaaai) a San Diego, sono stati svelati risultati notevoli sull’impiego di tezepelumab per il trattamento della rinosinusite cronica con poliposi nasale. Questo farmaco ha mostrato un’efficacia significativa nel ridurre la gravità dei polipi nasali e nel diminuire la necessità di interventi chirurgici, oltre a limitare l’uso di corticosteroidi sistemici rispetto al placebo. I dati provengono dallo Studio Waypoint di fase 3, recentemente pubblicato sul New England Journal of Medicine.
Risultati dello studio waypoint
Il trattamento con tezepelumab ha evidenziato una diminuzione notevole della severità dei polipi nasali, con una variazione media di -2.07 nel punteggio totale dei polipi nasali (Nasal Polyp Score, NPS) e una riduzione di -1.03 nel punteggio di congestione nasale (Nasal Congestion Score, NCS) dopo 52 settimane. Questi miglioramenti sono stati riscontrati già dalla seconda settimana di trattamento e sono stati mantenuti per tutta la durata dello studio. Inoltre, il farmaco ha ridotto la necessità di interventi chirurgici per polipi nasali del 98% e l’assunzione di corticosteroidi sistemici dell’88%, risultati che si rivelano statisticamente significativi e clinicamente rilevanti.
Un ulteriore aspetto positivo è il miglioramento della qualità della vita dei pazienti, misurato attraverso il questionario Snot-22, che ha mostrato una riduzione del punteggio totale di -27.26. Tezepelumab si è dimostrato generalmente ben tollerato, con un profilo di sicurezza conforme alle sue indicazioni approvate per il trattamento dell’asma grave.
Il ruolo dell’epitelio e implicazioni cliniche
La rinosinusite cronica con poliposi nasale è una condizione complessa che colpisce circa il 4% della popolazione, incidendo significativamente sulla qualità della vita dei pazienti. Eugenio De Corso, membro della commissione Euforea, ha messo in evidenza come questa patologia sia caratterizzata da un’infiammazione persistente e da un rimodellamento della mucosa, che porta alla formazione di polipi nasali responsabili di ostruzione e congestione. La forma severa della malattia risulta particolarmente difficile da gestire.
De Corso ha sottolineato che i risultati dello Studio Waypoint dimostrano l’efficacia di tezepelumab nel ridurre drasticamente la necessità di interventi chirurgici e l’uso di corticosteroidi, confermando il suo potenziale nel controllare i processi infiammatori alla base della patologia. Questo farmaco agisce inibendo la timica stromale linfopoietina (TSLP), una citochina chiave nell’innesco della risposta infiammatoria.
Tezepelumab: un nuovo orizzonte terapeutico
Attualmente approvato per il trattamento dell’asma grave in vari paesi, tra cui Stati Uniti e Unione Europea, tezepelumab rappresenta un’importante innovazione nel panorama terapeutico. È l’unico farmaco biologico anti-TSLP disponibile, capace di agire a livello dell’epitelio delle vie respiratorie, una barriera fondamentale per la salute immunitaria. La sua approvazione per l’auto-somministrazione tramite siringa pre-riempita e dispositivo auto-iniettore offre un’ulteriore comodità ai pazienti.
Giorgio Walter Canonica, professore e Senior Consultant presso il Centro di Medicina personalizzata Asma e allergie, ha evidenziato l’importanza di comprendere il ruolo dell’epitelio nella patogenesi delle malattie respiratorie. La connessione tra asma e rinosinusite cronica con poliposi nasale è evidente, con circa 300.000 pazienti in Italia affetti da asma grave, di cui il 40% presenta anche rinosinusite. La coesistenza di queste patologie porta a sintomi più gravi e a un aumento del rischio di riacutizzazioni.
Raffaela Fede, direttore medico di AstraZeneca Italia, ha espresso orgoglio per i risultati dello Studio Waypoint, che contribuiscono a una comprensione più profonda delle malattie infiammatorie delle vie aeree e del ruolo cruciale dell’epitelio. Con l’obiettivo di migliorare l’andamento delle patologie respiratorie, AstraZeneca si impegna a offrire nuove speranze ai pazienti affetti da rinosinusite cronica con poliposi nasale, una condizione che richiede un approccio terapeutico innovativo e mirato.