Non è facile incontrare un artista che, dopo quasi cinquant’anni di carriera, si proietta verso il futuro senza alcun rimpianto. Antonio Pecci Filho, noto al pubblico come Toquinho, è uno di questi rari esempi. A quasi ottant’anni, il musicista brasiliano ha recentemente festeggiato il Carnevale nella sua terra natale e guarda avanti con entusiasmo. “La vita è un continuo cambiamento, si cresce e si sperimentano nuove avventure. Ciò che abbiamo realizzato in Italia è parte della memoria collettiva, ma io utilizzo il passato come trampolino per il futuro”, dichiara con un sorriso.
Un tour celebrativo
A maggio, Toquinho tornerà in Italia per un tour che celebra i 60 anni della sua carriera musicale. Le date sono già fissate: il 18 sarà a Napoli, al Teatro Trianon di Viviani; il 19 a Cagliari, al Teatro Massimo; il 21 a Padova, al Gran Teatro Geox; il 22 a Milano, agli Arcimboldi; il 23 a Catania, al Metropolitan; e infine il 25 a Roma, all’Auditorium Parco della Musica.
Un viaggio musicale
Toquinho è un virtuoso della chitarra e un artista che ha vissuto in prima persona la rivoluzione della Bossa Nova. La sua carriera è costellata di incontri con i giganti della musica brasiliana. Negli anni ’70, insieme a Chico Buarque e al leggendario Vinicius De Moraes, ha contribuito a portare in Italia un mondo musicale ricco di realismo magico. Grazie alla collaborazione con Sergio Bardotti, ha realizzato dischi che sono diventati parte della storia musicale italiana, molti dei quali interpretati da Ornella Vanoni.
Insieme a Vinicius, Toquinho ha inciso ben 16 album e scritto oltre 120 canzoni, tra cui capolavori come “Aquarela” (originariamente “Aquarello”, scritta con Maurizio Fabrizio), “Tristeza” e “Samba de Orly”. Dopo la scomparsa di Vinicius nel 1980, ha continuato a brillare come solista, collaborando con artisti di fama internazionale, tra cui Buarque e il compositore italiano Ennio Morricone per l’album “Per un Pugno di Samba”.
Un legame speciale con l’Italia
Nato il 6 luglio 1946 a San Paolo, Toquinho ha origini italiane che influenzano profondamente il suo legame con il nostro Paese. Ha collaborato con nomi illustri come Sergio Endrigo, Luis Bacalov e Fred Bongusto, dando vita a canzoni indimenticabili come “La Voglia La Pazzia”, “Samba della Rosa”, “Senza Paura” e “Samba per Vinicius”, tutte interpretate con Ornella Vanoni. “Non vivo nel passato, ma il passato vive in me. Molti dei miei amici di quel tempo non ci sono più, Roma non è più quella degli anni ’70, ma questo non significa che non valga la pena viverla anche oggi, attraverso i legami che ho con l’Italia, anche quelli nuovi”, riflette Toquinho sulla sua lunga carriera.
Con un repertorio che conta 90 dischi, oltre 450 brani e circa 15.000 concerti in tutto il mondo, Toquinho ha avuto anche l’onore di esibirsi all’ultimo Festival di Sanremo, dove ha suonato “La voglia, la pazzia” di Vanoni insieme a Gaia, che ha origini brasiliane.
La filosofia di un artista
Toquinho continua a esibirsi con la stessa passione di sempre. “Ho fatto tante cose nella mia vita e continuo a studiare. La mia sfida non è quella di seguire le tendenze, ma di migliorarmi costantemente. Non mi preoccupo di essere moderno”, sottolinea. “Jobim diceva ‘anni fa ero più vecchio’, ma io mi sento più giovane di quando ero giovane, perché ho continuato a suonare. Così, porto in giro uno spettacolo che racconta la mia storia musicale senza nostalgia, mostrando chi sono oggi”.
Nel corso della sua carriera, Toquinho ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui due Latin Grammy nel 2012 e nel 2021. La sua musica continua a ispirare e a emozionare generazioni di ascoltatori, rendendolo un vero e proprio tesoro della musica brasiliana e internazionale.