Torino, un figlio minaccia un medico con una pistola per salvare la madre malata

episodio di violenza a torino contro un medico del 118 durante un intervento di emergenza, evidenziando i rischi e la mancanza di protezione per il personale sanitario.
"Figlio minaccia medico con pistola a Torino per salvare madre malata" "Figlio minaccia medico con pistola a Torino per salvare madre malata"
un episodio drammatico a torino: un figlio minaccia un medico con una pistola per ottenere cure per la madre malata nel 2025

Un episodio inquietante a Torino

Recentemente, Torino è stata scossa da un episodio drammatico che ha coinvolto un medico del 118. Durante un intervento di emergenza per rianimare una donna di 97 anni, il personale sanitario si è trovato in una situazione di vita o di morte, minacciato con una pistola dal figlio della paziente. L’uomo, di oltre cinquant’anni, ha urlato disperato: “Salva mia madre o ti ammazzo”. Solo l’intervento tempestivo dei carabinieri, giunti sul posto con quattro pattuglie, ha evitato che la situazione degenerasse ulteriormente.

La reazione del sindacato

Francesco Copolella, segretario regionale del sindacato Nursind Piemonte, ha commentato l’accaduto, evidenziando che l’episodio è emerso solo grazie a voci tra gli operatori del settore, poiché il personale coinvolto non aveva segnalato l’incidente. “È comprensibile il timore di denunciare”, ha dichiarato Copolella, sottolineando che il rischio per gli operatori sanitari non può essere completamente eliminato e che le misure di protezione attualmente in atto sono praticamente inesistenti. Questo clima di sfiducia porta molti a non segnalare situazioni di pericolo, nonostante sia fondamentale farlo.

I rischi del settore sanitario

Il sindacato ha messo in evidenza la consapevolezza dei pericoli che i lavoratori del settore affrontano quotidianamente. Lo scorso anno, Nursind ha diffuso un dossier sui rischi legati al lavoro di emergenza, ma non ha ricevuto risposte concrete dalle amministrazioni competenti. “Nessuna delle organizzazioni coinvolte può tirarsi indietro”, ha affermato Copolella, riferendosi anche alle associazioni di volontariato e alle aziende che gestiscono il servizio 118, come Azienda Zero e Città della Salute.

Normative ignorate

Le normative esistenti per proteggere i lavoratori sono spesso ignorate. Ad esempio, la legge prevede procedure condivise tra i servizi di emergenza e le forze di polizia per affrontare le aggressioni, ma queste non vengono attuate. “Il servizio di emergenza è molto apprezzato dai cittadini, ma le aziende lo vedono come un peso”, ha aggiunto Copolella, evidenziando una visione miope che considera il 118 come un sistema economicamente svantaggioso, senza investimenti in sicurezza e formazione.

Un appello alla protezione dei lavoratori

In questo contesto, il sindacato ha richiamato l’attenzione dei dirigenti e delle autorità competenti sulla necessità di garantire la protezione dei lavoratori, affinché possano tornare a casa in sicurezza dopo il loro turno. “È fondamentale che chi ha la responsabilità di gestire questi servizi impieghi lo stesso rigore nel proteggere i lavoratori come quello che usano per le loro delibere”, ha concluso Copolella, lasciando un messaggio chiaro sulla necessità di un cambiamento.

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